Celebriamo la Giornata Internazionale della Donna, come succede ogni 8 marzo dal 1977. Credo che sia bene ricordare che le rivendicazioni collettive per una graduale parità di diritto iniziarono molto prima, tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, seguendo varie “ondate”.
Per chiedere cosa? Inizialmente i diritti di base, elettorali e di proprietà. Più avanti, nel secolo scorso, sono arrivate le battaglie delle donne sull’autodeterminazione, la liberazione del corpo e l’ottenimento di diritti specifici come l’interruzione di gravidanza e il divorzio.
Negli anni ‘90 sono stati fatti ulteriori passi avanti grazie a movimenti nati per sostenere la capacità delle donne e la loro valorizzazione sociale ed economica.
E Ora? Oggi il c.d. femminismo si basa (o si dovrebbe basare nda) su una cambio di prospettiva, passando da una lotta di parte a un’idea di condivisione, in grado di coinvolgere l’universo maschile nella costruzione di una società più equa, con l’obiettivo di mettere da parte gli stereotipi penalizzanti.
Una prospettiva tutt’altro che semplice, se si considerano alcune importanti ricerche. Secondo il Global Gender Gap Report 2022, per esempio, saranno necessari ancora 132 anni per raggiungere la completa parità di genere. Personalmente non voglio crederci, coltivando la speranza che la situazione possa migliorare grazie a una maggiore consapevolezza da parte delle nuove generazioni.
Certo è che le leggi da sole non sono sufficienti a garantire una parità effettiva; sono necessari, parallelamente, interventi di trasformazione culturale. È fondamentale fornire, fin dall’infanzia, strumenti che aiutino a superare i pregiudizi radicati nella società e, in particolare, di alcune religioni. Occorre liberare le aspirazioni delle bambine e sostenere le donne nelle loro carriere, soprattutto in ambito Stem.
È essenziale creare, a partire dal linguaggio, un nuovo spazio di consapevolezza e azione, sostenuto da uno scambio generazionale, dove le nuove voci apprendono dalle precedenti e viceversa.
Tutti insieme possiamo riuscirci: allora sì che potremo festeggiare a dovere l’8 marzo e il giallo della mimosa sarà ancora più splendente.
Paola Peruffo, direttivo provinciale fi Fratelli d’Italia Ferrara
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