Inizialmente condannata in primo grado a 22 anni di carcere, la Corte d’Appello di Bologna ha ridotto a 14 anni e 8 mesi la pena che dovrà scontare la 32enne ferrarese Amanda Guidi, accusata di omicidio volontario aggravato per aver ucciso il figlioletto di appena un anno, il piccolo Karim.
La decisione è arrivata nella giornata di giovedì 6 marzo, nonostante la Procura Generale avesse chiesto la conferma della condanna a 22 anni
Il fatto avvenne durante la nottata del 17 giugno 2021 nell’abitazione di via degli Ostaggi, mentre il bimbo dormiva nel lettone insieme a lei.
Decise di soffocarlo perché – come si leggeva nelle trentasei pagine di motivazioni pubblicate dalla Corte d’Assise del tribunale di Ferrara (presidente Piera Tassoni) – da diverse notti piangeva senza sosta per via dei dentini da latte che gli stavano spuntando proprio durante quelle settimane.
Guidi quella notte aveva bevuto alcolici e assunto cocaina. Un’assunzione frequente, tale che anche il bimbo presentava un’alta concentrazione dei metaboliti per entrambe le sostanze, assunte tramite il latte materno per almeno otto mesi.
La difesa aveva chiesto di valutare il vissuto della donna – costellato anche di plurimi tentativi di suicidio – e posto dubbi sulla effettiva volontarietà del soffocamento (non erano presenti lesioni visibili esteriormente e lei si era lamentata con la madre che non riusciva a dormire perché il bimbo piangeva sempre).
Alla fine, i giudici ferraresi le avevano riconosciuto le attenuanti generiche, dovute anche al passato molto difficile e al disturbo della personalità borderline evidenziato anche dalla perizia psichiatrica, equivalenti alle aggravanti contestate.
A difendere la donna, che oggi è in carcere per un’altra vicenda in cui è accusata di stalking e lesioni nei confronti dell’ex compagno, sono gli avvocati Marcello Rambaldi e Alessio Lambertini, che fanno sapere di non volersi fermare e di ricorrere anche al terzo grado di giudizio.
“Siamo soddisfatti della sentenza della Corte d’Assise d’Appello – dicono i legali difensori – che ha ridotto sensibilmente la pena irrogata dalla Corte ferrarese. Proporremo comunque ricorso per Cassazione per contestare l’inquadramento doloso del fatto“.
Le motivazioni della sentenza di secondo grado sono attese entro novanta giorni.
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