Economia e Lavoro
5 Marzo 2025
Bergamini (rsu Fiom): "Non c'è stato modo di discutere perché viene tolto integralmente il contratto aziendale"

Berco. L’ad fuori dai cancelli: “Abbiamo messo sul tavolo il premio di risultato”

di Redazione | 2 min

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Copparo. “Il sindacato è quello che parla sempre, noi non parliamo mai, volete ascoltare il punto i vista aziendale?”. A parlare è l’amministratore delegato di Berco Giacomo Bottone che lunedì 3 marzo è sceso davanti ai cancelli aziendali dove i lavoratori erano in sciopero.

“Abbiamo messo sul tavolo – dice prima di essere fermato – la revisione del contratto integrativo lasciando sul tavolo il premio di risultato che rappresenta il 40% del contratto”.

Di fronte a lui Igor Bergamini, rsu Fiom in Berco, che replica: “La revisione vuol dire che lo discutiamo, non c’è stato modo di discutere perché viene tolto integralmente il contratto aziendale, da tutte le maggiorazioni a tutte le indennità e a tutto il premio feriale. La parte economica viene tolta in toto”.

Un altro scambio di battute con Bergamini  che parla di un “confronto scorretto” e incalza l’ad dicendogli di essere sicuro di una cosa: “Il suo stipendio lo mantiene, noi il nostro stipendio non lo manteniamo”.

“Se non volete ascoltare il mio punto di vista vado via” replica l’ad mentre l’rsu Fiom ribatte: “No, lei deve star qua, però io prima di cominciare le ho detto che la discussione deve essere corretta”.

A Bergamini e ad altri rsu e operai presenti non piace il termine “revisione” usato dall’ad che stizzito torna a varcare i cancelli della fabbrica rinfacciando: “Non abbiamo mai avuto una proposta dal sindacato”.

Continuerà così anche oggi, mercoledì 5 marzo, lo sciopero di 8 ore con presidio davanti ai cancelli.

Al centro delle recriminazioni delle rsu che lo hanno indetto “le scelte irresponsabili e unilaterali del board aziendale” che starebbero “mettendo in pericolo le lavoratrici e i lavoratori che per anni hanno contribuito alla prosperità e sviluppo dell’azienda e territorio”. Al centro, come ormai da diversi mesi, il rischio di licenziamento per 247 dipendenti dopo che in soli 153 avevano aderito al licenziamento volontario accettando la buonuscita da 57mila euro lordi. L’aziende prevedeva e continua a prevedere la necessità di ridurre il personale di 400 unità oltre all’annullamento del contratto collettivo aziendale.

Secondo Fim, Fiom e Uilm “è evidente che le soluzioni proposte finora, come paventate dall’amministratore delegato anche nella giornata di ieri (lunedì 3 marzo, ndr), non tengono conto delle nostre richieste legittime, atte a tutelare in maniera dignitosa ogni lavoratrice e lavoratore dello stabilimento”.

“Il nostro sciopero continua – concludono -, uniti per difendere il nostro futuro, il nostro contratto e la nostra sicurezza lavorativa. Chiediamo a tutti i lavoratori di partecipare in maniera compatta. La vostra presenza è fondamentale per fare sentire la nostra voce”.

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