Sandro Biondi “ha agito per uccidere la madre”. Questo stando alle motivazioni alla sentenza che ha visto condannato a 22 anni l’uomo che il 23 febbraio 2023 uccise, soffocandola nel sonno con un cuscino, la madre Maria Luisa Sassoli. La Corte d’Assise di Ferrara, presieduta dalla giudice Piera Tassoni con a latere Alessandra Martinelli, nelle motivazioni arrivate dopo la sentenza dello scorso 21 novembre, ha rilevato come sussistano le due aggravanti: la vittima era la madre dell’imputato, aveva più di ottant’anni e le era impossibile muoversi e dunque difendersi dall’aggressione.
A Sandro Biondi vengono comunque riconosciute le attenuanti generiche avendo immediatamente confessato l’omicidio e collaborato con gli inquirenti affinché potessero ricostruire i fatti. I giudici ricordano il grave quadro depressivo in cui viveva l’uomo che non aveva contatti con altre persone se non con la vittima e sporadiche con il padre e il fratello. Biondi ha poi provveduto per anni ad accudire la madre e durante la sua deposizione aveva detto: “Non ce la facevo più a vivere in quella condizione”.
La Corte d’Assise del Tribunale di Ferrara sottolinea però come debba esserci un’equivalenza tra le circostanze attenuanti e le circostanze aggravanti. Viene infatti notato come la confessione dell’imputato sia arrivata con un quadro probatorio in ogni caso schiacciante mentre il dolo è da considerarsi ad altissima intensità. Biondi, secondo la ricostruzione processuale, avrebbe continuato per un’ora nell’atto di soffocare la madre. Come ribadito dal consulte tecnico Luciano Finotti durante il processo, il collegio giudicante rimarca come l’imputato fosse in grado di intendere e di volere al momento dell’atto pur essendo affetto da tratti disfunzionali di personalità e da un disturbo ansioso depressivo di natura reattiva. Il pm Andrea Maggioni, durante la sua requisitoria, aveva invece chiesto 12 anni poiché avrebbe riscontrato il vizio parziale di mente dell’imputato.
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