Economia e Lavoro
3 Marzo 2025
Secondo l’associazione si può investire in energia solare utilizzando gli edifici agricoli delle aziende senza utilizzare suolo agricolo. Il presidente Calderoni interviene sul caso dei mille ettari destinati all’agrivoltaico nell’Argentano

Agrivoltaico: il no di Cia Ferrara ai pannelli a terra

di Redazione | 2 min

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La nostra associazione è da sempre contraria al consumo di suolo agricolo produttivo per l’installazione dei pannelli fotovoltaici a terra”, commenta il presidente di Cia Ferrara, Stefano Calderoni in risposta al progetto di dedicare 1000 ettari di terreno alla produzione di energia solare nell’Argentano.

“Comprendiamo – continua Calderoni – l’esigenza di investire in fonti rinnovabili perché certamente le risorse fossili, comunque esauribili, hanno un impatto ambientale devastante. Ma l’energia pulita non può essere prodotta a discapito del settore agricolo e del consumo di suolo, già compromesso dall’eccesso di urbanizzazione, arrivata nel nostro paese al 12%, una cifra insostenibile. Il suolo destinato alla produzione agricola, al di là del suo valore intrinseco salvaguarda il territorio anche dal rischio idrogeologico: dove ci sono manufatti o cemento l’acqua piovana banalmente scorre troppo velocemente e non penetra nel suolo, con il rischio concreto e ormai assodato che eccessi di pioggia possano provocare alluvioni e danni catastrofali. La produzione di cibo deve rimanere, dunque, una priorità, anche perché il nostro patrimonio colturale va salvaguardato”.

“Un altro danno provocato dal fotovoltaico a terra, inoltre – spiega Calderoni – è la speculazione sul mercato fondiario, perché alle aziende agricole vengono proposte per i loro terreni da adibire alla produzione energetica, quotazioni fuori mercato che alterano l’intero sistema di compravendite. Cifre allettanti, soprattutto per aziende agricole condotte magari da produttori anziani che, anziché cederle ai giovani che vogliono entrare nel settore, favorendo così il ricambio generazionale o ad altre aziende intenzionate a investire e crescere, finiscono per diventare parchi fotovoltaici. Io credo – conclude Calderoni – che il fotovoltaico sia un tipo di energia che possa tranquillamente essere valorizzato in ambito rurale e urbano, ma utilizzando i tetti degli edifici agricoli e, più in generale le superfici non produttive, in modo da integrarsi con l’attività agricola senza sostituirla”.

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