Era finito a processo con l’accusa di truffa aggravata nei confronti dell’Inail di Ferrara, perché – secondo le accuse iniziali – avrebbe falsamente dichiarato di aver subito un infortunio durante l’attività lavorativa, ma alla fine il tribunale lo ha assolto perché il fatto non sussiste.
Protagonista della vicenda è un bagnino comacchiese di 70 anni portato a processo dall’amministratore delegato di una società che gestiva lo stabilimento balneare di Lido degli Estensi in cui lui – il 13 giugno 2020 – era stato assunto come lavoratore dipendente.
Il fatto finito al centro del procedimento risale al 20 giugno 2020, una settimana dopo l’assunzione, quando il 70enne era stato denunciato dal datore di lavoro perché aveva dichiarato la propria malattia senza presentare il certificato medico che gli era stato richiesto.
Certificato che il 70enne presentò mesi più tardi, a settembre, quando – contestualmente – aveva chiesto tramite l’Inail un indennizzo per infortunio sul lavoro, affermando di essere rimasto a casa dopo essersi fatto male mentre stava spostando un moscone lungo la riva.
Un racconto, quello dell’uomo, che però non aveva convinto affatto l’amministratore delegato dello stabilimento balneare che, nel breve periodo (appena una settimana) in cui il bagnino aveva lavorato per la propria società, disse di non averlo mai visto utilizzare la barca di salvataggio.
Solamente al termine dell’istruttoria dibattimentale è stato quindi possibile arrivare alla verità.
Dall’esame di tutti i testimoni, infatti, come scrive il giudice Giuseppe Palasciano nelle motivazioni della sentenza, è stato possibile dimostrare – “con assoluta evidenza” – come l’infortunio denunciato dal bagnino si sia effettivamente verificato come lo stesso imputato aveva raccontato.
Nello specifico, il medico curante del bagnino ha riferito in aula che, a luglio 2020, l’uomo si era rivolto a lei per chiedere un certificato di malattia per una frattura lombare che si era procurato al lavoro a seguito dello spostamento di un moscone e che, il 20 giugno 2020, per quell’episodio, era stato ricoverato in ospedale. La dottoressa ha inoltre confermato che il dolore denunciato dal 70enne e l’accertato schiacciamento della vertebra erano assolutamente compatibili con uno sforzo da sollevamento o spostamento di un peso.
Infine, a fugare ogni dubbio, sono arrivate anche le dichiarazioni di due testimoni oculari (la moglie dell’uomo e un bagnino che lavorava nel bagno a fianco) che, presenti al momento dei fatti, hanno detto di aver visto l’imputato farsi male proprio mentre stava spostando il moscone. Da qui la decisione di assolvere perché il fatto non sussiste il 70enne dall’accusa di truffa aggravata ai danni dell’Inail. Soddisfatto per l’esito del processo è l’avvocato Vittorio Zappaterra, legale difensore del bagnino.
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