Anche il sindaco Alan Fabbri, attraverso una nota stampa diramata ai giornali dal proprio staff comunicativo, commenta la notizia dell’assoluzione in primo grado di Marco Zavagli, direttore responsabile di Estense.com e autore dell’editoriale “La propaganda, l’industria che funziona meglio a Ferrara” pubblicato il 23 ottobre 2020 sul quotidiano online.
“Valuterò come procedere solo dopo aver letto le motivazioni del giudice. Il mio unico obiettivo è tutelare quanto è stato fatto in tutti questi anni per il bene della città” afferma Fabbri, che aveva querelato Zavagli per diffamazione aggravata.
“Querelare – scrive Fabbri – è stato un atto dovuto, sarebbe stato scorretto non farlo, perché ritengo sia molto grave quanto viene riportato in quell’articolo. Quanto riportato nelle parole di Zavagli non corrisponde a verità e non sono l’unico a pensarlo, visto che il giudice precedente, nel 2022, aveva accolto la nostra opposizione alla richiesta di archiviazione del pubblico ministero di allora, riscontrando i profili diffamatori in quello scritto. Oggi il pm ha chiesto la condanna dell’autore di quell’articolo, il giudice ha scelto l’assoluzione. Io continuo ad avere fiducia nella magistratura, per questo aspettiamo di leggere nel dettaglio le motivazioni della sentenza, per valutare successivamente come agire”, precisa il primo cittadino Alan Fabbri.
Nella nota inviata ai giornali, Fabbri prosegue: “Proprio il giudice per le indagini preliminari, Carlo Negri, tre anni fa, aveva infatti ribadito come le parole dell’articolo oggetto della querela paiano «esondare il limite della continenza espositiva e si caratterizzino per un rilevante tasso di genericità». Il testo dell’articolo in questione faceva secondo il gip emergere «una immagine del sindaco e della persona Alan Fabbri come soggetto dedito alla massiva manipolazione dell’informazione giacché gestore di una autentica ‘industria’ della ‘propaganda’», tratteggiata come «un’industria che produce fake news, che banna normali cittadini, che si appropria di meriti altrui con allegra noncuranza». Affermazioni che, sempre secondo il giudice per le indagini preliminari, «evocano nel lettore l’immagine di una massiva e sistematica azione di distorsione della verità o creazione di «false verità» ai fini (verosimilmente) politici”.
In realtà il gip premette a tutta la sua riflessione il fatto che la sua decisione è “lontana dal costituire una deliberazione in ordine alla colpevolezza dell’indagato” e specifica che le affermazioni contenute nell’articolo non sono state valutate “in termini di verità”.
“Zavagli – conclude lo staff comunicazione di Fabbri nella nota stampa inviata alle redazioni – aveva infatti attaccato il primo cittadino ribadendo che la stessa «procedura» sarebbe stata consolidata già ai tempi di quando Fabbri era sindaco a Bondeno. «Il termine propaganda – aggiungeva il gip Negri, ricorda Fabbri – per altro, calato nella dimensione politica istituzionale, evoca precedenti storici, anche drammatici, di saturazione del sistema informativo a scopo manipolatorio, gettando cosi un’ombra lugubre su chi la esercita»”.
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