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28 Febbraio 2025

Traumi e compulsioni: come si legano al malessere psicologico?

di Redazione | 4 min

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I traumi psicologici possono lasciare cicatrici molto profonde nella mente e nel comportamento di una persona, la quale, spesso, non ne riconosce neanche l’origine.

Spesso, chi ha vissuto un’esperienza traumatica rimasta sepolta nell’inconscio sviluppa risposte automatiche per cercare di gestire l’ansia e il disagio emotivo che ne derivano, o per sviluppare un senso di protezione e di certezza legato a determinate azioni.

Tra queste risposte, le compulsioni sono considerate in psicologia una strategia di coping maladattiva, che può trasformarsi in un vero e proprio disturbo se non trattate in tempo e se riescono a cronicizzarsi.

Per chi sperimenta questa condizione, può essere importante contattare uno psicologo online o recarsi presso lo studio di uno psicologo in presenza per comprendere le origini del proprio disagio e per intraprendere un percorso terapeutico efficace.

Il legame tra trauma psicologico e compulsioni

Il trauma psicologico è un’esperienza che interrompe il normale equilibrio emotivo di una persona, qualunque sia l’età in cui lo sperimenta.

Vivere o essere spettatori di un trauma, alle volte, può provocare, in base all’età e al temperamento di ognuno, una reazione intensa di paura, di impotenza o di orrore che causa estrema sofferenza.

Un trauma può scaturire da eventi situazionali singoli, come un incidente o un’aggressione, oppure da situazioni prolungate nel tempo, come maltrattamenti, abusi o negligenza e mancanza di attenzione (da parte di un genitore durante l’infanzia, ad esempio) che hanno fatto sentire la persona poco protetta e sola.

Quando un trauma non viene elaborato adeguatamente, la mente può sviluppare strategie di difesa inconsce per cercare di ridurre l’ansia e il senso di minaccia persistente, portando l’individuo a compiere atti rituali in una coazione a ripetere che comunque, genera in loro, un momentaneo senso di certezza e di controllo.

Cosa sono le compulsioni e perché si sviluppano?

Le compulsioni infatti, sono comportamenti ripetitivi o rituali mentali che una persona sente di dover eseguire per ridurre l’ansia o prevenire un evento temuto, anche se non vi è una reale connessione tra l’azione e l’esito desiderato e anche se la sensazione di pericolo che percepiscono non è commisurabile alla reale pericolosità di una situazione, di un oggetto o di una persona.

Alcuni esempi che potremmo menzionare relativi alla manifestazione di compulsioni comuni includono il bisogno ossessivo di lavarsi frequentemente le mani o di pulire in modo eccessivo, il controllo ripetuto della chiusura porte e finestre, della macchina o la necessità di ripetere frasi o numeri mentalmente in una sequenza particolare per calmarsi; si aggiunge a questo anche la tendenza all’accumulo compulsivo di oggetti.

Sebbene queste azioni sembrino offrire un sollievo momentaneo, finiscono, nella reiterazione, per alimentare un ciclo disfunzionale in cui la persona diventa dipendente dai rituali per sentirsi momentaneamente meglio.

Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) come risposta a un trauma

In alcuni casi, il legame tra trauma e compulsioni può sfociare in un vero e proprio disturbo, definito dalla letteratura, Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC).

Studi scientifici di psicologia suggeriscono che il DOC possa avere radici traumatiche, specialmente quando le ossessioni e le compulsioni emergono dopo un evento particolarmente stressante di cui, per l’appunto, si riesce a rinvenire l’origine.

Le persone con DOC spesso riferiscono di aver vissuto situazioni di perdita, abuso o esperienze altamente stressanti prima dell’esordio del disturbo di cui non hanno capacità autonoma di gestione.

In questi casi, anticipiamo che la terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) associata a tecniche come l’Esposizione con Prevenzione della Risposta (ERP) si è dimostrata efficace nel ridurre la dipendenza dai rituali compulsivi e per aiutare il paziente a elaborare il trauma durante un percorso di psicoterapia.

Come affrontare le compulsioni e guarire dal trauma?

Per superare il legame tra trauma e compulsioni, è essenziale seguire un percorso terapeutico mirato.

Uno degli approcci più efficaci, come abbiamo già anticipato, è la Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT), che aiuta a modificare e a ristrutturare i pensieri disfunzionali legati al trauma e alle compulsioni.

Un altro metodo particolarmente indicato è l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), una tecnica innovativa per individuare la presenza di un trama, per poi procedere alla loro elaborazione al fine di ridurne il potente impatto emotivo nell’individuo.

Anche la mindfulness e altre tecniche di regolazione emotiva possono essere strumenti utili per ridurre l’ansia senza ricorrere ai rituali compulsivi al fine, dunque, di prevenirli.

Infine, la psicoterapia focalizzata sul trauma aiuta a esplorare l’origine del disagio, e offre al paziente nuovi strumenti per affrontare le situazioni ansiogene in modo più adattivo.

Il primo passo verso la guarigione è riconoscere il problema e cercare un aiuto qualificato: affrontare il trauma significa interrompere il ciclo delle compulsioni e ritrovare un senso di libertà e di benessere psicologico.

Se riconosci in te stesso o in una persona cara questi segnali, considera l’idea di contattare uno psicologo online o in presenza per ricevere il giusto supporto.

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