Politica
25 Febbraio 2025
Anselmo: “Noi abbiamo il diritto di sapere come spende i soldi questa amministrazione”. E c’è il precedente

Fornasini ostacola le informazioni all’opposizione? Scintille in aula

di Marco Zavagli | 4 min

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Facendo un paragone con il 2023, fra le principali entrate correnti si registra un aumento della RcAuto (da 11,5 milioni a 11,9) e dell’imposta provinciale di trascrizione (Ipt), passata dai 9,7 milioni del 2023 ai 10,4 dell’anno scorso. Un andamento che lentamente sta riallineando l’entrata al periodo pre-covid.

“Accuse gravi e infondate”. Si inalbera in consiglio comunale l’assessore al bilancio Matteo Fornasini dopo che Davide Nanni del Pd lamentava di aver ricevuto pochi elementi e pochi dati sul tema da approvare.

Si stava discutendo la Delibera numero 8 del 2025, relativa alla determinazione delle aliquote per l’Imu.

“I dati che ci arrivano dagli uffici – lamentava il consigliere d’opposizione – sono sempre dati che si fermano a una voce aggregata, non è un dato analitico. Non è semplice andare ad attaccare con emendamenti precisi un bilancio di questa cubatura senza avere a disposizione senza limiti gli uffici”.

E poi la velata accusa: “gli uffici rispondono al mandato politico di dare le informazioni col contagocce per evitare un numero eccessivo di emendamenti. Questa amministrazione è ancora in tempo per ridurre l’Irpef ai redditi bassi dei ferraresi”.

Fornasini si mostra piuttosto risentito, tanto che avverte che “sbobinerò la registrazione della seduta; le sue accuse sono gravi e infondate. Abbiamo cercato di dare riscontri quasi in tempo reale, dopo due ore”.

In realtà la richiesta di avere il materiale da parte del consigliere risale alla mattina di venerdì ed è stata evasa lunedì. Non importa, secondo l’assessore, che, questo è vero, “avrei 30 giorni di tempo. Se pensate che io abbia ostacolato questa trasmissione o me lo dimostrate oppure non ha molto senso quello che dite, siete un po’ agitati”.

Parola che per Fabio Anselmo hanno il sapore della “intimidazione”. “Siete voi che mi avete interrotto – gli replica Fornasini -. Io cercavo di difendermi da un’accusa infondata di Nanni che mi ha accusato di impedire il trasferimento delle richieste di informazione dagli uffici ai consiglieri”.

E comunque “non è l’assessore che dà le informazioni, ma sono gli uffici. L’accusa specifica di Nanni è che io sulle informazioni relative al bilancio di previsione avrei impedito o rallentato il trasferimento dei dati. Io respingo questa accusa perchè e una accusa grave. Io non l’ho mai impedito, anzi ho cercato di facilitare il più possibile queste richieste di trasmissione”.

E ad Anselmo: “non dovete temere nulla se mi avete fatto un’accusa suffragata da prove. Se invece mi avete fatto un’accusa tanto per farla la valuteremo”.

Ad Anselmo tocca allora leggere in aula l’art 43 del Testo unico degli enti locali, per far capire all’assessore che “noi abbiamo il diritto di accesso senza filtro. Punto. Valutate pure, quella di Nanni è sacrosanta critica politica”.

Entrando nel merito l’ex candidato sindaco sottolinea che “qui stiamo parlando di bilancio e non può dirci che dobbiamo limitarci ad approvare la manovra. Noi abbiamo diritto di accesso a tutte le singole voci aggregate. Noi vogliamo sapere i contributi, quelli che non vengono indicati in quello che ci avete dato, azienda per azienda e attività per attività. Contributi, appalti, affidamenti, vogliamo sapere come spende i soldi questa amministrazione. Altrimenti è impossibile fare opposizione”.

In tutta la discussione, però Fornasini sembra dimenticare quanto scoperto dall’allora capogruppo del Pd, Francesco Colaiacovo, giusto tre anni fa.

Vale a dire che esisteva una direttiva del Comune, firmata dal direttore generale Sandro Mazzatorta, che imponeva ai consiglieri comunali che volessero avere un confronto con i dirigenti di passare, prima, da una richiesta al presidente del consiglio comunale, esplicitando inoltre che i dirigenti potevano rilasciare informazioni soltanto in presenza degli assessori di riferimento

Di fatto si vietava ai consiglieri comunali l’accesso alle informazioni riguardanti la cosa pubblica senza supervisione.

Inutile dire che questa visione particolare del diritto all’informazione dei consiglieri venne smentita dal Viminale.

Il ministero dell’Interno chiarì che l’art. 43 comma 2 del Tuel (esattamente quello che Anselmo ha letto in aula a Fornasini) “utilizza in senso ampio l’espressione notizie e informazioni che comprende sia il diritto di accesso alla documentazione, con rilascio di copie, sia il diritto ad essere informati sulle attività dell’Ente”.

Dagli Interni specificarono inoltre che ai consiglieri va garantito “l’accesso ai documenti e alle informazioni utili all’espletamento del loro mandato anche al fine di permettere e di valutare, con piena cognizione, la correttezza e l’efficacia dell’operato dell’amministrazione, e di esprimere un voto consapevole sulle questioni di competenza del Consiglio, onde promuovere le iniziative (interrogazioni, interpellanze, mozioni, odg, deliberazioni) che spettano ai singoli rappresentanti del corpo elettorale locale”.

Esattamente quello che chiedeva Nanni.

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