La Procura di Ferrara sembrerebbe orientata a non disporre la consulenza cinematica nell’inchiesta per la morte della 35enne Erika Benini, la dipendente del Despar di viale Cavour che – mercoledì scorso (19 febbraio) – ha perso la vita dopo lo scontro con un autobus di linea Tper, mentre era al volante della propria Toyota Yaris lungo via Copparo.
Per gli inquirenti, infatti, le immagini riprese dalla telecamera di bordo dell’autobus sarebbero di per se già sufficienti per avere un quadro chiaro di quanto accaduto in quegli istanti, senza la necessità di svolgere ulteriori accertamenti.
Dai fotogrammi video, ora nelle mani degli inquirenti, sembrerebbe – così come confermato da alcuni testimoni oculari – che la ragazza abbia inizialmente perso il controllo dell’auto, andando con le ruote sul ciglio della strada. A quel punto, nel tentativo di riprendere aderenza e tornare sull’asfalto, avrebbe provato a controsterzare finendo però per invadere un tratto dell’altra corsia, dove stava sopraggiungendo il bus.
Subito dopo il sinistro, come atto dovuto in questi casi, il pm Andrea Maggioni – titolare del fascicolo di indagine – aveva iscritto nel registro degli indagati l’autista del bus, disponendo contestualmente l’autopsia sul corpo della vittima, che era partita da Coccanile – dove viveva – per andare al lavoro, come faceva ogni giorno.
Oltre alla morte della 35enne, il bilancio dell’impatto è stato di nove feriti senza gravi conseguenze, tra cui una donna incinta di 26 anni. Tutti erano a bordo del bus, che in quel momento trasportava circa 50 persone, tra cui molti studenti pendolari che erano appena usciti da scuola e stavano facendo rientro a casa dopo le lezioni.
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