Gli ex azionisti Carife potranno ancora chiedere in sede giudiziale la differenza tra quanto percepito dal Fondo Indennizzo risparmiatori (Fir) e quanto era stato corrisposto a suo tempo per l’acquisto dei titoli azionari, oltre alla rivalutazione e agli interessi.
Ad renderlo noto sono gli avvocati Massimo Cerniglia e Alessandro Caponi che, invitati da Movimento Risparmiatori Traditi, Associazione Italiana Coltivatori Ferrara-Boiardo, Comitato Diritti Violati e Ferrara Civica, a quasi dieci anni dalla risoluzione della Cassa di Risparmio di Ferrara, hanno illustrato la possibilità per gli ex azionisti e obbligazionisti subordinati Carife di esercitare il diritto all’interruzione della prescrizione, che scade il 22 novembre 2025.
“Le richieste risarcitorie – spiegano – non ricadrebbero direttamente sulla Bper perché nel contratto di cessione dell’ente ponte Nuova Carife, la Banca d’Italia ha previsto un fondo di garanzia fino a 150 milioni di euro senza franchigia in favore di Bper al fine di tenerla indenne, tra l’altro, dalle perdite derivanti da possibili contenziosi con gli ex azionisti e con gli obbligazionisti subordinati“.
Gli avvocati sottolineano: “Bisogna però avvertire che le rivendicazioni nei confronti della Bper per i danni subiti con l’acquisto delle Azioni Carife devono essere avanzate non oltre il 22 novembre 2025, vale a dire entro dieci anni dall’azzeramento dei titoli azionari. Dopo tale data, ogni diritto è prescritto“.
La prescrizione del diritto al risarcimento dei danni può, quindi, essere interrotta con una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno o con una Pec, che deve essere inviata alla Bper entro il 22 novembre 2025. Dalla consegna alla Bper della suddetta lettera decorreranno altri dieci anni per proporre validamente azioni giudiziarie, comunque, non obbligatorie.
Milena Zaggia e Giovanna Mazzoni, entrambe nella cabina di regia Fondo Indennizzo Risparmiatori, hanno commentato: “Come si vede, tra mille difficoltà e ostacoli, le possibilità di tutela sono ben presenti e valide. La nostra battaglia per i legittimi diritti dei cittadini-risparmiatori non speculatori non si ferma e non si fermerà mai. Non ci spaventano gli anni che passano, le sofferenze patite, le ingiustizie subite. Sappiamo che chi lotta può perdere, ma chi si arrende ha già perso in partenza. E noi non ci arrenderemo mai. Il sistema bancario non ci usa, siamo noi a usarlo per far valere i diritti di chi è stato tradito e colpito. Perché la giustizia non è un privilegio, ma un diritto, e chi prova a negarci ciò che ci spetta troverà sempre qualcuno pronto a combattere fino in fondo”.
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