In occasione del corteo animalista organizzato a Ferrara nella mattina di sabato 22 febbraio, l’Università di Ferrara intende di nuovo respingere con fermezza le reiterate accuse in merito a presunti maltrattamenti, e addirittura, a vivisezione, pratica vietata in Italia e la cui mera citazione evidenzia l’infondatezza e la falsità delle affermazioni.
Precisa doverosamente, contemplando tra le proprie mission la diffusione di cultura, che la vivisezione, intesa come sperimentazione che non si preoccupa della sofferenza degli animali, non è più praticata da decenni in nessun laboratorio scientifico che tale si possa definire. Non è pertanto accettabile che essa venga strumentalmente e insistentemente richiamata.
Parimenti, vengono respinte con forza, in quanto non vere e prive di fondamento, le ulteriori affermazioni che intenzionalmente non vengono qui riprese, in quanto è contrario all’istituzione universitaria alimentare operazioni di disinformazione, odio e diffamazione, estranee a una comunità di conoscenza, formazione e ricerca.
Nel comprendere e rispettare le diverse sensibilità e nel non sottrarsi al confronto, in un atteggiamento che è proprio del DNA di questa istituzione, l’Ateneo rivendica correttezza e rispetto; non sono perciò tollerabili dichiarazioni infondate e inerentemente offensive all’indirizzo della comunità scientifica che quotidianamente mette a disposizione il proprio lavoro e capacità intellettuale al fine di contribuire al progresso della ricerca universalmente riconosciuta come uno dei pilastri per il miglioramento della salute e della qualità della vita in generale intesa.
In un discorso pubblico responsabile e corretto, devono essere tenute presenti le finalità di tali ricerche, ovvero la realizzazione di innovazione per lo sviluppo di tecnologie e cure a beneficio di un’ampia platea di pazienti sofferenti. La professionalità e l’impegno dei nostri ricercatori è un bene meritevole di tutela. Non possono altresì essere ignorate l’applicazione della metodologia scientifica e il sistematico rispetto di principi e norme.
Ristabilire la corretta impostazione del dibattito è doveroso in tutela non soltanto dell’Ateneo, ma anche di tutti coloro che nell’Università di Ferrara operano e ancora più ampiamente di coloro che nell’Ateneo trovano motivo di orgoglio.
Coerentemente con la propria mission di istituzione culturale e scientifica, l’Ateneo ricorda che la sperimentazione animale è ammessa soltanto quando non possa essere sostituita da altre metodologie, e soltanto in tal caso. Essa prevede regole molto precise e viene condotta secondo i parametri di un codice etico e di leggi rigide. La validità di ogni ricerca effettuata con gli animali, inclusa quella in oggetto, dipende dall’adozione di ogni possibile misura atta a tutelare il loro benessere, codificata in precisi principi ben noti e patrimonio consolidato della comunità scientifica italiana. In un contraddittorio fondato, questi elementi devono essere presenti.
Inoltre, si porta all’attenzione che avversare la sperimentazione a fini scientifici e clinici, ovvero di cura dell’uomo e dell’animale, in Italia, significa cedere la possibilità di fare ricerca in questi ambiti ad altri Paesi caratterizzati da una regolamentazione molto meno stringente di quella italiana. Ciò va a detrimento dello sviluppo della nostra ricerca, con tutto ciò che ne consegue, e in ultima istanza favorisce chi opera in modo meno etico.
Tornando al caso specifico, l’Ateneo non soltanto si è mosso, come è ovvio, nel rispetto delle puntuali previsioni normative, ma avendo come stella polare il rispetto del benessere animale, soprattutto in un settore sicuramente difficile, ma indispensabile per il progredire della ricerca scientifica, come quello delle attività sperimentali.
Si ricordano ancora una volta gli esiti delle verifiche effettuate da organi terzi: tutte le ispezioni effettuate presso l’Ateneo, inclusa quella del consulente della Procura di Ferrara, non hanno mai rilevato inadeguatezze nelle condizioni psico-fisiche degli animali. Al contrario, è stato sempre accertato che le condizioni di trattamento e stabulazione sono pienamente idonee e conformi alle normative di riferimento.
Il Ministero della Salute, in seguito di un’approfondita ispezione, ha confermato la piena conformità di tutti i parametri richiesti. Anche i controlli effettuati dall’Ausl competente hanno avuto esito pienamente positivo e conforme alle normative di settore.
Si precisa infine che a tutela di verità e della propria reputazione l’Ateneo si muoverà anche nelle deputate sedi legali, in quanto doveroso difendere l’istituzione da accuse prive di alcun fondamento, che trovano amplificazione nei media spesso senza il doveroso contraddittorio.
Ufficio Stampa, Comunicazione Istituzionale e Digitale
Università degli Studi di Ferrara
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni
Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.
OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:
Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com