Cronaca
20 Febbraio 2025
"Gli davo quello che voleva", racconta la presunta vittima, "per tenerlo tranquillo" in modo che "le sue minacce non si concretizzassero"

Ricattata dall’ex per avere rapporti sessuali: “Se mi denunci ti ammazzo”

di Pietro Perelli | 2 min

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“Ho paura di una persona così”, una persona che le avrebbe detto: “Se mi denunci ti ammazzo”. Inizia così la testimonianza della presunta vittima di una violenza sessuale compiuta dall’ex compagno 38enne che l’avrebbe ricattata per consumare due rapporti sessuali dopo la fine della loro relazione.

I fatti oggetto di denuncia risalgono al 2021, tra settembre e ottobre, quando l’ex compagno le avrebbe richiesto di consumare un rapporto sessuale per smettere di infastidirla, dopo poco ci sarebbe stata un’altra richiesta e infine quella di arrivare ad una regolarità, almeno ogni 15 giorni. “Avevo paura”, racconta la vittima durante la testimonianza davanti alla giudice Piera Tassoni con a latere Sandra Lepore e Giovanni Solinas. “Ha iniziato a minacciare me – dice –, poi i miei genitori e anche il mio compagno”.

Aveva paura anche perché, dice, “ha minacciato anche suo padre in diverse occasioni” mentre in una, sempre il padre dell’imputato, avrebbe dovuto “chiamare i carabinieri”. La ragazza racconta che, nonostante non sia mai stata picchiata avrebbe subito minacce con pugni stoppati a poca distanza dal volto ma anche foto del luogo di lavoro del compagno o della madre. “Io non volevo denunciarlo per paura di peggiorare la situazione mia e quella di terze persone”, c’era il timore che “le minacce diventassero concrete”, la ragazza fa sapere di essere stata “esasperata dalle minacce” e dal doversi “guardare intorno”.

Proprio questa esasperazione l’ha probabilmente portata ad accettare il presunto ricatto, una prima volta a casa sua e una seconda a casa dell’imputato. In questa seconda occasione avrebbe offerto un tè alla ragazza “spaventata” e avrebbe tentato di calmarla dicendole: “Non ti ammazzo”.

“Gli davo quello che voleva”, racconta la presunta vittima, “per tenerlo tranquillo” in modo che “le sue minacce non si concretizzassero”.

Anche dopo questa seconda presunta violenza la ragazza non avrebbe voluto denunciare ma è arrivata l’imposizione della psicologa che da tempo la segue: “O denunci tu o lo faccio io”.

Si torna in aula il 16 aprile per sentire ulteriori testimoni terminando la fase istruttoria.

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