di Silvia Gangitano
L’Università di Ferrara ospiterà, dal 17 al 21 febbraio, la prima Winter School del Dottorato di Ricerca di Interesse Nazionale (Din) in Studi per la Pace, un evento di rilevanza internazionale che coinvolgerà circa 50 dottorandi provenienti da oltre 70 atenei italiani. Il Din, coordinato dalla Sapienza di Roma e parte della Rete Universitaria per la Pace (RUniPace), si propone come un momento di formazione e confronto sulle sfide globali legate ai conflitti, alla giustizia e alla democrazia.
L’appuntamento, che si svolgerà presso Palazzo Turchi di Bagno, sarà arricchito dalla partecipazione di docenti ed esperti italiani ed europei e vedrà alternarsi panel, conferenze e tavole rotonde su temi cruciali come la mediazione nonviolenta dei conflitti, il rapporto tra democrazia e imperialismo, i limiti e le risorse del diritto internazionale, il ruolo delle istituzioni sovranazionali e l’educazione alla pace.
Ad aprire i lavori, sabato 17 febbraio, sarà Jean-Loup Amselle, già docente presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi, con un intervento su “L’invenzione del Sahel”, che getterà luce sulle dinamiche storiche e geopolitiche del conflitto nel continente africano. La chiusura, prevista per il 21 febbraio, vedrà l’intervento in remoto dello storico dell’arte Tomaso Montanari, che parlerà del legame tra patrimonio culturale e costruzione della pace, e la relazione finale di Antonio Mazzeo, dedicata al ruolo di scuola e università nella diffusione della cultura bellicista.
Oltre al programma accademico, la Winter School prevede anche momenti di coinvolgimento con la comunità locale. In particolare, la sera di lunedì 19 febbraio, il circolo Arci Bolognesi di Ferrara ospiterà un incontro promosso da Arci, Legacoop Estense e le organizzazioni sindacali confederali, che illustreranno le loro esperienze in materia di cooperazione internazionale e mediazione dei conflitti.
L’iniziativa rappresenta un’opportunità unica per dottorandi e docenti del Din di conoscersi, confrontarsi e rafforzare il proprio percorso di ricerca in un contesto interdisciplinare. Allo stesso tempo, offre uno spazio di riflessione aperto al pubblico, con l’obiettivo di promuovere una cultura della pace attraverso il dialogo tra università, istituzioni e società civile.
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