Attualità
13 Febbraio 2025
Fu questore di Fiume. Dopo la morte gli fu consegnata la medaglia d'oro al merito civile e fu riconosciuto "Giusto tra le Nazioni" per aver salvato dal genocidio molti ebrei

Morì a Dachau. La Questura celebra la memoria di Palatucci

di Redazione | 2 min

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Il 10 febbraio ricorre l’ottantesimo anniversario della morte di Giovanni Palatucci, già questore di Fiume, deceduto nel 1945 nel campo di concentramento di Dachau, medaglia d’oro al merito civile e riconosciuto “Giusto tra le Nazioni” per aver salvato dal genocidio molti ebrei.

Nella mattinata di venerdì 13 aprile, in memoria del funzionario di polizia, il questore di Ferrara, Salvatore Calabrese, ha deposto una corona di alloro nel piazzale della caserma Bevilacqua dove si trovano un ulivo e una targa a lui dedicati.

Alla cerimonia erano presenti, il prefetto Massimo Marchesiello, il presidente della provincia Daniele Garuti, l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Ferrara Cristina Coletti, il presidente della Comunità Ebraica Fortunato Arbib, il rabbino capo Luciano Caro, la dottoressa Alessandra Roncarati del Meis, padre Orazio Bruno in rappresentanza del vescovo, don Piergiorgio Lupi, i vertici locali dell’Arma dei carabinieri, della guardia di finanza, dei vigili del fuoco, una rappresentanza dell’Anps e gli studenti della IV C, accompagnati dal dirigente scolastico Antonella Piagentini, dell’Istituto Orio Vergani di Ferrara.

Palatucci nacque a Montella il 31 maggio 1909. Avvocato, non esercitò la professione forense per intraprendere la carriera nell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza e fu assegnato a Genova come vice commissario. Dal 15 novembre 1937 fu responsabile dell’Ufficio Stranieri della Questura di Fiume, adoperandosi a favore degli ebrei e dei perseguitati politici e razziali e nominato successivamente Questore reggente. In 7 anni, salvò da sicura deportazione e morte molti ebrei stranieri e italiani.

Il 13 settembre 1944 fu arrestato e ristretto nel carcere Coroneo di Trieste e sottoposto a tortura presso la risiera di San Sabba. Il 22 ottobre successivo fu deportato, quale prigioniero politico, nel lager di Dachau in Germania, dove morì per gli stenti e le vessazioni subite, il 10 febbraio 1945, a soli 35 anni.

L’organizzazione storica dell’iniziativa è stata curata dalla professoressa Anna Maria Quarzi, direttrice dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara.

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