di Elena Coatti
Troppa burocrazia secondo Francesco Rendine nella mozione, respinta dalla maggioranza, presentata da Anna Zonari in Consiglio comunale. Un monitoraggio periodico sui tempi di rilascio dei permessi di soggiorno presso la Questura di Ferrara e un tavolo di analisi con il Consiglio territoriale per l’immigrazione, la Prefettura, le associazioni del terzo settore e i sindacati sarebbero, secondo il consigliere della Civica Fabbri, “misure insufficienti” ad evitare lunghe code in corso Ercole I d’Este, come quelle di soli pochi giorni fa.
Sempre il consigliere Rendine accusa la minoranza di “partire lungo certe tangenti individuali” per attaccare l’Amministrazione, ma fa notare Arianna Poli (Civica Anselmo) che “su questioni di dignità umana non si tratta di fazioni politiche” e, anzi, ritiene “incredibile che non ci sia unanimità” su questo tema.
“Il voto negativo non è alla minoranza – ribatte Zonari -, ma alle centinaia di persone disperate che lavorano regolarmente e che rischiano di non avere più accesso alle cure sanitarie né a un’abitazione”. La consigliera de La Comune si riferisce al Decreto Cutro, che ha reso quasi impossibile la conversione dei permessi di soggiorno per protezione speciali in permessi di lavoro mettendo a rischio migliaia di persone regolari nel nostro territorio.
“Questo è un problema anche per i settori in cui sono impegnate queste persone – incalza Zonari -. Significa anche perdere competenze per le aziende, agricole o artigianali. A tutto ciò si aggiungono i ritardi di oltre un anno per il rinnovo dei permessi di soggiorno, senza i quali si perde tutta una serie di diritti, a partire dalla salute, dalla casa e dal lavoro”.
Anche Enrico Segala (Pd) conviene con la consigliera che sia necessario fare pressioni per ottenere maggiore controllo e monitoraggio. “Il problema è di irregolarità sul nostro territorio – afferma –. Nel 2023 lo Stato italiano e i prefetti hanno disposto 25mila espulsioni, ma di queste sono state accompagnate nel loro paese d’origine solo 1300 persone. Se aggiungiamo le disposizioni del Decreto Cutro, condanniamo Ferrara a forme di criminalità organizzata”.
“Che ne dica il sindaco, io non ho mai negato la presenza di organizzazioni criminali straniere nella nostra città – continua Segala –, ma, per evitare che queste persone diventino prede di mercato nero o caporalato, la politica deve lavorare sui tempi lunghissimi della Questura di Ferrara, imbarazzanti rispetto a quelli di Milano”.
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