Argenta. Tantissime persone hanno voluto tributare, sabato mattina nel duomo di Argenta, l’ultimo saluto a Stefano Venturi, il 60enne morto domenica scorsa a Tenerife, mentre sorvolava la strada che conduceva alla spiaggia di Benijo con il suo parapendio.
Fin dall’arrivo della notizia la comunità di San Biagio, paese natio, è stata profondamente scossa così come il mondo del parapendio, la sua grande passione. Ora in lutto lo piangono i fratelli Gianluigi, Giampaolo, Agostino, Chiara e Giovanni e anche l’anziana madre, più che novantenne, cui era molto legato.
Durante la messa di suffragio, officiata dopo una prima veglia delle ceneri avvenuta in chiesa a Conselice, città romagnola in cui Venturi, molto conosciuto e stimato, gestiva un’attività di installatore e manutenzione di impianti radio-televisivi, don Fulvio Bresciani ha toccato i cuori con la sua omelia.
“Stefano è ancora qua tra di noi – ha detto il parroco – non con il corpo ma con lo spirito. Solo la fede e la speranza in una vita eterna, può dare sollievo alla sofferenza di chi lo ha amato e gli ha voluto bene. Ora la sua anima è in un’altra dimensione. Ma il suo ricordo è ancora vivo tra noi, non va sepolto, non verrà mai dimenticato”.
Bresciani ha poi ha richiamato una frase che Sant’Agostino rivolse a Dio dopo la morte della madre: “Non ti chiedo perché me l’hai tolta; ma ti ringrazio per avermela data”.
Hanno concelebrato la funzione funebre: don Giusepe Negretto (ultranovantenne zio del defunto), don Sante Bertarelli, don Ugo Berti, don Alvaro Marabini, don Giancarlo Galeati. Dopo la benedizione l’urna è stata deposta nella tomba di famiglia al cimitero del paese natio, dove Venturi ancora abitava, San Biagio.
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