di Elisa Fiorini
Sacrificio, dedizione e necessità di fare tutti qualcosa in più. Parte da qui Francesco Baldini per disegnare la Spal che vorrebbe vedere in campo nelle ultime tredici partite del campionato di Serie C, nel tentativo di abbandonare al più presto la zona rossa della classifica e tornare a respirare aria più fresca.
Se lo augura anche il dg Luca Carra: “Un ringraziamento a Dossena che si è sempre impegnato e ha fatto tutto quello che poteva fare. Se le cose non vanno bene non è mai colpa di uno solo, abbiamo dovuto valutare tante cose. In un anno finanziariamente difficile per la società la proprietà ha voluto rilanciare perché interessa a tutti che la Spal torni nel posto che le compete. Il mister è stato scelto in quanto professionista e per l’entusiasmo che ha mostrato sin da subito: dall’aria che si respira siamo convinti di aver fatto la scelta giusta“.
Una scelta condivisa dal direttore sportivo biancazzurro Alex Casella: “Mi accodo ai ringraziamenti per Dossena, che ha mostrato grandi qualità calcistiche e umane. Serviva un segnale per mostrare che vogliamo fare qualcosa di diverso. Cercavamo un allenatore con idee precise e con caratteristiche propositive a livello calcistico. Cavalcheremo insieme queste ultime tredici gare senza porci limiti“.
Ha poi preso la parola Francesco Baldini: “La Spal è una piazza alla quale sono stato vicino altre volte. A Lecco non avevo più l’entusiasmo giusto e ho deciso di risolvere nonostante avessi ancora due anni di contratto. Mi hanno chiamato in diversi, ma dopo aver parlato col direttore ho avuto zero dubbi. In questi tre giorni ho avuto grande disponibilità da parte di tutti”.
Idee subito chiare per il nuovo allenatore: “Ho chiesto tre mesi di sacrifici alla squadra, voglio prestazioni di temperamento e una formazione compatta”. La Spal si misurerà subito la febbre contro la capolista Entella: “Per me è la partita giusta da giocare per dimostrare quello che chiedo. Avessi dovuto scegliere se giocare con l’ultima o con la prima, avrei scelto la prima”.
Ai tifosi, finora delusi, Baldini ha promesso “il massimo impegno: arrivo alle 8 e vado via alle 20.30. I giocatori devono avere un atteggiamento diverso rispetto a quello che ho visto qualche volta in campo, non transigo. Gioca chi vedo che corre, chi da tutto sé stesso in settimana. A Zammarini ho detto che è sotto rendimento: o alza il livello, o sta in panchina. Non posso promettere di vincere tredici partite di fila, ma faremo l’impossibile per ottenere qualcosa di importante“.
Parlando di tattica, “se bastasse un modulo per vincere le partite, non avrebbe avuto difficoltà nemmeno Dossena. La soluzione non è solo tattica, privilegeremo l’aspetto mentale e di determinazione, poi i moduli. Possiamo giocare in tanti modi, ma non sono i moduli che fanno vincere le partite”.
Baldini è stato vicino, appunto, già altre volte alla Spal: nel 2023, col direttore Fusco fu preferito però Di Carlo. “Anche quando era in B sono stato vicino a venire qui, Tacopina mi conosce da quando ero al settore giovanile della Roma. Mi mandò a Catania, esperienza per me tra le migliori in assoluto. Doveva essere questo il momento, evidentemente, non mi hanno mai spaventato le difficoltà. A Trento la situazione era la stessa di quest’anno, in quel caso andò bene. Queste sfide mi piacciono”.
Sul mercato: “Vivo per il campo, il calciomercato non mi piace. I nuovi arrivi si sono messi a disposizione e hanno portato entusiasmo. Vedo situazioni positive, sono buoni giocatori: sta a me metterli insieme”. Un altro giocatore che deve crescere è Radrezza, “è uno che deve toccare 180 palloni a partita, è uno costruttore di gioco. Quando cambia l’allenatore si azzera tutto, farò a squadra in base a quello che vedo: l’ho visto bene in questi giorni. Voglio un gruppo che faccia la fase di non possesso tutta, ognuno con le sue caratteristiche: non è solo la difesa che prende gol. Ci dobbiamo compattare, occupando meglio il campo. Atleticamente so cosa ci serve e stiamo già lavorando. Bisogna alzare qualche valore, lo faremo in maniera tattica”.
Il ruolo di Antenucci: “È un punto di riferimento importante, la sua storia ne spiega il ruolo. Non mi passa per la testa di levarlo dall’attacco. L’ho visto allenarsi, gli volevo risparmiare una parte di allenamento ma lui si è arrabbiato. Non guarderò al fatto che ha 40 anni, ma a quanto può aiutare la squadra”.
Le scelte di Baldini sono fatte col cuore: “Non mi immagino la Spal quintultima in classifica, ma vivremo partita per partita. La cosa che mi ha fatto più male dell’ultima partita della Spal, quando ancora non ero nulla qui? Vedere i ragazzi sotto alla curva con fischi e insulti. Se immagino una squadra che si spacca la schiena in settimana finire così, c’è qualcosa di sbagliato. Lavorerò per vedere la Spal da un’altra parte. Non ho problemi a fare allenamenti a porte aperte ad inizio settimana, il rapporto coi tifosi sarà determinato dal tipo di prestazioni che si fanno. I risultati fanno la differenza, e per farli servono le prestazioni”.
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