Cna – Dentro l’impresa
6 Febbraio 2025
Firmata la convenzione tra le due associazioni. Bellotti: “Un’occasione per offrire servizi aggiuntivi ai nostri associati”

Avis e Cna, la cultura del dono riparte dalle aziende

di Redazione | 2 min

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Da oggi le piccole e medie imprese agroalimentari dell’Emilia Romagna associate a Cna potranno avere un importante supporto in materia di diritto e sicurezza agroalimentare. È stata infatti presentata a Bologna la partnership fra Cna Emilia-Romagna e il Centro di Ricerca Interdipartimentale sulla Sicurezza Alimentare (Crisa) dell’Università di Modena e Reggio

di Elena Coatti

Diffondere la cultura della salute. Questo è l’obiettivo principale per Avis Provinciale e Comunale e Cna, che hanno firmato una convenzione rinnovando una collaborazione ormai di lunga data. L’Avis è nata nelle fabbriche, cioè nel mondo del lavoro, come ricorda Sergio Mazzini, e “da qui deve riprendere, in un momento in cui purtroppo c’è una crisi che si riflette anche dal punto di vista morale”. Oltre al presidente di Avis Comunale, presenti nella sede di via Caldirolo anche il presidente di Avis Provinciale Davide Brugnati, il presidente provinciale Cna Ferrara Davide Bellotti e la responsabile dei rapporti con le scuole del Cna Silvia Merli.

L’associazione degli artigiani imprenditori d’Italia si impegna a promuovere e divulgare le iniziative di Avis, sensibilizzando imprenditori e dipendenti alla donazione del sangue. Un occhio di riguardo anche ai lavoratori stranieri con la diffusione di materiale informativo in più lingue, dall’arabo al cinese. “Condividiamo tutto il percorso di Avis – dichiara Bellotti – e la volontà di essere presenti sul territorio, a partire dalla vicinanza con le persone”. “Lo spirito di questa convenzione – continua – è quello della socialità e della partecipazione, ma anche della possibilità di offrire servizi aggiuntivi ai nostri associati”.

“L’autosufficienza di sangue e plasma è un obiettivo sempre al limite della raggiungibilità – sottolinea Brugnati –, senza questi due elementi fondamentali il nostro sistema crollerebbe”. Un secondo aspetto che mette in luce il presidente di Avis Provinciale è la cultura della prevenzione, perché “tra impegni lavorativi e famigliari – afferma – spesso ci si dimentica di fare qualche esame per prendere in tempo qualche patologia”. Perciò, ribadisce quanto sia importante trasmettere alle persone questo messaggio, “aderendo agli screening presenti nel territorio o alle iniziative di Avis”.

Conoscenza e consapevolezza, due temi cardine secondo Mazzini. “Donare il sangue o il plasma non riguarda solo il gesto del dono – afferma il presidente di Avis Comunale -. Abbiamo avuto una persona che con 190 donazioni non ha mai avuto bisogno di andare dal medico, perché il momento del dono è anche un’occasione per controllare lo stato di salute del donatore, nel quale, in molti casi, siamo in grado di individuare in anticipo delle patologie”.

La cultura del dono ha anche degli aspetti positivi in termini economici e di gestione aziendale secondo Merli, la quale afferma che “la prevenzione aiuta ad avere una forza lavoro più efficiente e in grado di garantire continuità nella produzione”. “L’imprenditore più restio nel sensibilizzare questi temi – conclude – in realtà potrebbe avere un suo tornaconto nel favorire la loro diffusione nella sua azienda”.

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