Attualità
7 Febbraio 2025
Da Piacenza a Rimini l’elenco delle infrastrutture utili per migliorare la gestione della risorsa idrica vedono 111 interventi strategici (più le ordinanze commissariali) che coinvolgono 1.100 imprese molte delle quali del territorio. Presentati i lavori e le tempistiche

Consorzi di bonifica Emilia-Romagna: 1,2 miliardi in opere per fronteggiare il cambiamento climatico entro il 2026

di Redazione | 4 min

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La lunga catena di eventi estremi che hanno caratterizzato l’ultimo decennio, sia sotto forma di periodi prolungati di scarsità idrica sia come drammatici fenomeni alluvionali distruttivi mostrano chiaramente che le gravi ripercussioni territoriali del cambiamento climatico rappresentano una realtà conclamata cui porre rimedio per incrementare la capacità di adattamento e la resilienza delle comunità emiliano-romagnole. Gli impatti negativi che si sono frequentemente abbattuti sulla regione, anche rispetto ad altri comprensori nel panorama nazionale, hanno progressivamente generato danni ingenti alla popolazione e al sistema economico soprattutto quello a vocazione agroalimentare simbolo di valore e ricchezza del Made in Italy. Il mondo della scienza e della ricerca più approfondita sul mutamento del clima ci consegna la prospettiva di una ulteriore accelerazione nei prossimi anni di questi eventi estremi e l’intensificazione dei loro impatti su territori già indeboliti e dunque più fragili.

I Consorzi di bonifica associati ad Anbi, in questa delicata fase storica, stanno facendo con responsabilità la loro parte e grazie alle linee di finanziamento intercettate, al consolidamento delle partnership con Ue, Governi e Regioni e alla capacità progettuale unita alla rapidità di esecuzione stanno realizzando circa 300 opere per un valore di 3 miliardi di euro in Italia. E in questo scenario nazionale i Consorzi di Anbi Emilia-Romagna rappresentano un terzo del valore complessivo per la realizzazione delle nuove infrastrutture o per l’adeguamento e ammodernamento di quelle esistenti: opere strategiche per la mitigazione e l’adattamento dei territori e il risparmio idrico, stoccaggio, derivazione e distribuzione della risorsa, consolidamenti arginali, casse di laminazione, tutte volte a migliorare la gestione della risorsa idrica da Piacenza a Rimini. Oggi gli 8 Consorzi di bonifica dell’Emilia-Romagna più il Cer Canale Emiliano Romagnolo, grazie ai finanziamenti ottenuti a partire dal 2018 fino al 2024 e nonostante il periodo dell’emergenza pandemica, stanno tutti lavorando a ritmo serrato per ultimare entro il 2026 infrastrutture per 800 milioni di euro che raggiungono 1,2 miliardi di euro (sommando anche le recenti ordinanze commissariali a seguito dell’alluvione del 2023 negli areali interessati). Rilevante è la percentuale di realizzazione dei progetti che per quanto concerne il solo Pnrr è tra le più alte dell’intero paese. Assolutamente rilevante anche le esternalità positive in termini occupazionali generate dagli interventi che hanno visto il coinvolgimento, oltre allo staff dei Consorzi, anche quello di 1.100 imprese molte delle quali del territorio.

All’incontro sono intervenuti il presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale; il presidente di Anbi nazionale e Anbi Emilia-Romagna Francesco Vincenzi; la sottosegretaria alla Presidenza Manuela Rontini; l’assessora all’Ambiente, Programmazione territoriale, Mobilità e Trasporti, Infrastrutture Irene Priolo; l’assessore all’Agricoltura e agroalimentare, Caccia e Pesca, Rapporti Ue Alessio Mammi; e il direttore generale di Anbi Massimo Gargano.

LE DICHIARAZIONI

Michele de Pascale (presidente Regione Emilia-Romagna): “L’acqua è un bene primario che dobbiamo tutelare e utilizzare con criterio e rispetto: è una risorsa per le comunità e per il nostro sistema produttivo, in particolare, per l’agroalimentare. I cambiamenti climatici in atto ci chiedono ora uno sforzo strategico maggiore per canalizzare questa risorsa senza compromettere la sicurezza del territorio e della popolazione che lo abita. Occorre un’accelerazione nelle azioni di mitigazione e adattamento, e in questo contesto i Consorzi di bonifica rappresentano un pilastro fondamentale. Grazie alla collaborazione tra istituzioni, imprese e il sistema consortile, le infrastrutture che stiamo realizzando risultano essenziali per garantire l’accesso all’acqua, la messa in sicurezza del territorio, una maggiore protezione dalle emergenze climatiche e dalle crisi idriche. È un buon passo avanti, ma non è la soluzione definitiva. Resta ancora tanto da fare e il nostro impegno sarà massimo per dare un futuro più sereno anche alle cittadine e ai cittadini di domani”.

Francesco Vincenzi (presidente Anbi): “Ringrazio la Regione Emilia Romagna e il presidente de Pascale per la collaborazione immediata, fattiva e l’opportunità di presentare organicamente quello che i Consorzi di bonifica stanno facendo in un 2025 che per noi è cruciale. Stiamo centrando tutti gli obiettivi che ultimeremo entro il 2026 a dimostrazione della capacità e rapidità di esecuzione delle opere necessarie per arginare il cambiamento del clima. Le risorse impegnate però sono solo una prima risposta e non sufficienti a mettere in sicurezza complessivamente il territorio perché il deficit da recuperare è ampio non solo a livello di infrastrutture ma anche per raggiungere una migliore e più proficua gestione possibile dell’acqua in Emilia Romagna”.

Nicola Dalmonte (presidente Cer Canale Emiliano Romagnolo): “Oggi affrontiamo situazioni di manutenzione sia ordinaria che straordinaria legate all’età della nostra infrastruttura, che ha già oltre 70 anni. Per mantenerla efficiente è quindi necessario intervenire migliorando la distribuzione irrigua. Abbiamo in previsione di iniziare i lavori del progetto “Lastre 2”, la cui prima fase è terminata nel 2024 e che consentirà di efficientare il canale. Inoltre andremo a migliorare ulteriormente la distribuzione della risorsa idrica attraverso il progetto delle paratoie intelligenti”.

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