di Elena Coatti
Un ultimo saluto al grande orso polare conservato al museo civico di Storia naturale che tra un anno e mezzo riaprirà al pubblico completamente rinnovato. Proprio in questi giorni si inizierà con l’impacchettamento, la catalogazione e il trasloco di tutto il preziosissimo materiale prima dei lavori più grossi dal mese di aprile. A giugno 2026 ne uscirà un museo senza barriere architettoniche, energeticamente sostenibile, con nuovi spazi e reperti mai esposti. Non finisce qua, perché l’obiettivo è renderlo un centro contemporaneo di promozione della tutela ambientale.
La presentazione dei lavori si è tenuta il 5 febbraio, data di inizio della riqualificazione, in una sala del museo al piano terra che diventerà una wunderkammer visibile anche dall’esterno, stimolando la curiosità dei futuri passanti. Sono intervenuti il vicesindaco Alessandri Balboni, la coordinatrice dei Progetti strategici del Comune Alessia Pedrielli, l’architetto e progettista dell’intervento Elisa Uccellatori e il direttore del museo Stefano Mazzotti.
Per oltre due milioni di euro, la riqualificazione del museo di Storia naturale è il primo dei dieci cantieri previsti dal progetto Atuss “Look Up!” del Comune di Ferrara, che, come precisa Pedrielli, grazie ai fondi europei Fesr mira a rifunzionalizzare e potenziare gli edifici-simbolo della città. “Con il progetto Atuss – afferma Balboni – porteremo una ventata di ammodernamento, conservando la vocazione storica dell’edificio risalente agli anni Trenta con particolare attenzione ai suoi volumi”.
Il vicesindaco ricorda che ha cominciato a occuparsi del museo già nel precedente mandato. “È stata una scelta politica perché era necessario che venisse data una particolare attenzione al lavoro che questo luogo svolge – prosegue –. Non solo attività espositiva, ma educativa e di sensibilizzazione. Il museo sarà un vero e proprio polo d’eccellenza per approfondire il tema della crisi climatica”.
La rigenerazione del museo comprenderà non solo la parte di allestimento museale, ma anche tutto ciò che concerne la fruizione dell’edificio. “Per il museo l’assenza di un ascensore è sempre stato un grosso limite – interviene Uccellatori – così come la carenza di servizi igienici, queste cose sono state riviste nel progetto”. Inoltre, il piano terra, con la futura wunderkammer, diventerà fruibile gratuitamente “mantenendo sempre l’accesso principale, ma dando importanza anche a quello secondario”. “Sarà possibile – continua l’architetto – per le persone avere un primo approccio al museo, scoprendo cosa si vedrà al suo interno e come sono stati recuperati i reperti”.
Sempre al piano terra resterà la sala conferenze, alla quale si aggiungerà un’aula didattica con servizi dedicati e collegata a una nuova area giardino che diventerà al 100% una parte dell’allestimento museale. “Grazie a una partnership con l’orto botanico – aggiunge Uccellatori – le piante esistenti, frutto di un altro progetto europeo, verranno mantenute e implementate tramite un ulteriore progetto di studio”. Il primo piano si trasformerà, invece, in un palcoscenico circolare che, con il supporto di proiettori video e altoparlanti, immergerà il visitatore in uno specifico eco-sistema.
Conclude la presentazione il direttore Mazzotti con un monito alla memoria del museo “tra i più importanti in Italia”. “Ha una storia che risale ai primissimi nuclei di collezione – afferma – e, per questo motivo, raccoglieremo tutti i reperti più iconici e carismatici perché il pubblico è affezionato e vuole rivedere alcuni degli elementi più importanti del nostro museo”. Aggiunge che il percorso espositivo verterà sull’evoluzione dell’uomo e della natura, del rapporto tra questi “e sarà un modello a grandezza naturale di Lucy, l’australopiteco, ad accompagnarci nel viaggio della nostra origine”.
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