Piano Aree Interne, Avs all’attacco: “Condanna a morte lenta dei nostri territori”
Il nuovo Piano strategico nazionale per le Aree interne 2021–2027, presentato dal Governo Meloni, accende la protesta di Alleanza Verdi e Sinistra anche nel Ferrarese
Il nuovo Piano strategico nazionale per le Aree interne 2021–2027, presentato dal Governo Meloni, accende la protesta di Alleanza Verdi e Sinistra anche nel Ferrarese
Nei giorni scorsi è stato diffuso un comunicato stampa a firma del senatore Croatti, del consigliere regionale Casadei e del coordinatore regionale Lanzi che esprime una posizione pienamente condivisa dal MoVimento 5 Stelle di Ferrara in merito alla discussa autostrada Cispadana
Dopo le perplessità sollevate dal consigliere comunale Leonardo Fiorentini, la replica di Azione Universitaria e la presa di posizione di Link-Studenti Indipendenti, anche Unife interviene nel dibattito scaturito dal patrocinio fornito dall'ateneo alla manifestazione Ferrara Summer Festival, relativamente alla partecipazione dell'associazione studentesca di destra alla serata evento Unifest
Per Alleanza Verdi Sinistra e Possibile i grandi eventi non sono la soluzione per invertire un trend di declino economico che attanagli la nostra città
Un piccolo gesto, ma dal grande significato. È quello della Camera Penale Ferrarese che - a fronte di una situazione allarmante tra sovraffollamento e caldo - ha voluto compiere un atto concreto, dando la propria disponibilità a partecipare materialmente all'acquisto di alcuni ventilatori e nebulizzatori per il carcere di via Arginone, dove mancano impianti di climatizzazione
di Anna Chiappini*
Nella notte del 25 gennaio scorso, in via Dosso Dossi, un uomo di 46 anni è stato sorpreso a dormire presso il portone di un istituto scolastico e sanzionato. A suo carico, gli agenti hanno inoltre emesso un ordine di allontanamento dal luogo di 48 ore, con un Daspo urbano in caso di violazione.
Il DASPO urbano, introdotto per la prima volta con il decreto legge 14/17 ( il cosiddetto decreto Minniti) è definito come “misura a tutela del decoro di particolari luoghi”: in pratica, un sindaco – con il prefetto – può multare e stabilire un divieto di accesso ad alcune aree della città per chi «ponga in essere condotte che limitano la libera accessibilità e fruizione» di infrastrutture di trasporto (strade, piazze, ferrovie e aeroporti).
La multa dovrebbe avere un effetto educativo, ma ogni volta che multiamo chi non ha niente osserviamo sempre un effetto opposto: queste persone, oltre a non poter pagare, finiscono per chiudersi ancora di più in se stesse, diventando più diffidenti e spesso ostili verso gli altri e verso la società. Vivere in strada non è una scelta e l’unica conseguenza di queste multe è di spostare il disagio un poco più in là.
Il Daspo urbano, poi, ha un aspetto simbolico molto forte, porta per sua natura il significato dell’esclusione di categorie sociali ritenute indesiderabili, ma prodotte strutturalmente dal nostro sistema di vita: come dice l’Associazione Antigone, non bisogna fare la lotta ai poveri, bisogna fare la lotta alla povertà.
A di là del singolo provvedimento, è importante riflettere sulle modalità che le istituzioni locali adottano per rispondere alle povertà presenti in città e come si rapportano con organizzazioni ed associazioni impegnate su questo terreno, perché il risultato sia d’insieme e il più proficuo possibile. Di seguito alcune proposte, sintesi delle osservazioni raccolte tra chi lavora sul campo
La mancanza di informazioni sia qualitative che quantitative, come risultato di indagini statistiche locali e studio, rende più approssimativi gli interventi sia a livello comunale che associativo, pregiudicandone l’efficacia e la sistematicità. Inoltre, l’assenza di un quadro di sistema compatto, che una volta era composto dalla stretta collaborazione dei servizi, determina frammentazione e autoreferenzialità, disperdendo energie preziose e un’utile condivisione di strategie.
A livello di welfare locale, una disfunzione del nostro sistema è rappresentata dalla mancata assegnazione della residenza ai senza dimora. La condizione minima per concretizzare un percorso di reinserimento è il riconoscimento di una residenza, seppur fittizia. Sottolineiamo che nel 2022, peraltro, la Regione Emilia Romagna ha approvato una legge sul diritto al medico di famiglia e al pronto soccorso ai senza dimora, fortemente voluta dall’Avvocato di Strada Antonio Mumolo, approvata nel novembre 2024 dal Parlamento Italiano. Ricordiamo che chi finisce in povertà e viene sfrattato perde la residenza e di conseguenza subisce la cancellazione dall’anagrafe, con la perdita di tutti i diritti civili. Il diritto alla salute appartiene ad ogni essere umano.
*Consigliera comunale Pd
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