La rettrice Laura Ramacciotti si vedrà l’indennità annuale triplicata. La richiesta per aumentarsi il compenso dell’Università di Ferrara e diretta al Mur è partita da Via Savonarola alla fine del 2024. E si accodava a una trentina di corrispondenze simili partite da altrettanti atenei italiani.
La possibilità di aumentare l’indennità dei ‘magnifici’ e dei prorettori vicari la si deve a una misura del governo Draghi (il Dpr 143/2022), lo stesso esecutivo che aveva quasi raddoppiato gli emolumenti per sindaci e assessori.
Le richieste sonno rimaste congelate nel frigo burocratico di Palazzo Leonori, in attesa via libera da parte del ministero delle Finanze, chiamato semplicemente a controllare la regolarità delle proposte deliberate dai cda dei vari atenei.
Il Sole 24Ore calcola che i vari aumenti costeranno alle casse dello Stato quasi due milioni di euro l’anno.
Tra le università che hanno chiesto gli aumenti, oltre Ferrara, si contano in regione anche quelle di Bologna, Parma e Modena e Reggio.
Grazie a questo ‘aggiornamento’, il quotidiano di Confindustria calcola che la rettrice di Unife vedrà la propria indennità annua passare dagli attuali 47.974 euro a più del triplo, per la precisione 153.269. La prorettrice vicaria Evelina Lamma passerà da 19.905 a 38.317 euro.
Le cifre vengono confermate a Estense.com dalla stessa Unife, specificando che “ricomprendono anche lo stipendio base riferito ai ruoli interessati; si tratta in altre parole di importi onnicomprensivi, e non ulteriori rispetto a questi”.
“Le indennità attualmente riconosciute per i ruoli di rettore e prorettore vicario risalgono a delibera del CdA del gennaio 2006 – commenta l’ateneo estense -; non hanno subito adeguamenti negli ultimi 16 anni, salvo essere rideterminate al ribasso ai sensi e per gli effetti di disposizioni normative succedutesi nel tempo”.
Va notato che la revisione dei compensi “si riferisce alle indennità degli organi e ruoli relativi (rettore e prorettore vicario), pertanto questa potrebbe applicarsi a successivi mandati e non necessariamente a quelli in corso relativi al sessennio 2021/27”.
Il commento di Unife sottolinea che “negli anni intercorsi tra il 2006 e il 2024 sono intervenuti notevoli mutamenti all’assetto ordinamentale e organizzativo dell’ateneo: a titolo esemplificativo, la revisione dello statuto; numerosi adeguamenti ed emanazioni di regolamenti relativi all’organizzazione amministrativa e contabile dell’ente, alle strutture di didattica e ricerca, al personale, alla didattica e al diritto allo studio; la riforma del sistema contabile; l’istituzione della Facoltà di medicina, farmacia e prevenzione, di nuovi dipartimenti e strutture amministrative di coordinamento degli stessi”.
“Inoltre, come noto – prosegue l’ateneo -, l’Università di Ferrara ha registrato negli ultimi anni un notevole incremento dimensionale in termini di studenti iscritti (al momento assestati sui 28 mila iscritti circa), corsi di studio offerti, risorse economiche gestite (di nuovo, a solo titolo esemplificativo ma non esaustivo, si rappresenta che il FFO assegnato nell’anno 2006 è stato di 73.169.928 euro contro i 110.466.335,00 euro al 31.12.2021 +34%, l’avanzo di gestione di competenza dell’esercizio 2005 è stato pari a euro 309.298,92, l’utile di esercizio a chiusura del bilancio 2021 è stato di oltre 31 milioni di euro)”.
Questo per dire che “la crescita delle performance dell’Ateneo ha consentito il raggiungimento di notevoli risultati che hanno consentito alte valutazioni da parte dell’Anvur e si è accompagnata a un incremento della complessità gestionale e delle correlative responsabilità in capo ai componenti degli organi di direzione, amministrazione e controllo”.
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