E’ un vero e proprio segnale di allarme quello che Cgil, Spi Cgil, Federconsumatori e Auser Emilia Romagna hanno voluto lanciare con l’iniziativa “Con l’azzardo non si gioca. Problemi e numeri in Emilia Romagna”, tenutasi ieri 29 gennaio a Bologna, con la presentazione della seconda indagine regionale sul gioco d’azzardo dalla quale emerge che Comacchio si conferma come la Las Vegas del Ferrarese, pur considerando che la provincia di Ferrara presenta i dati più contenuti in regione.
Una preoccupazione data dai numeri – in continuo ed esponenziale aumento anche nella nostra regione – delle stime del gioco e delle pesanti ricadute in termini sanitari, economici e sociali della dipendenza dal gioco, sempre più diffusa e trasversale. Ma non è solo l’azzardo patologico a preoccupare: è noto infatti il frequente intreccio con la criminalità organizzata, che spesso utilizza il gioco per riciclare denaro frutto di attività illecite. Da qui l’impegno delle organizzazioni promotrici nel promuovere dibattito e azioni che possano alimentare consapevolezza, e si traducono nella richiesta forte di un impegno politico a tutela della salute e della coesione sociale. “Impegno ancor più determinante – sottolinea Marinella Melandri della segreteria regionale Cgil – in un contesto nazionale di opacità, in cui le norme ostacolano la conoscenza del fenomeno, anziché favorirla, e sono in discussione provvedimenti che determinerebbero un forte arretramento nel contrasto al gioco di azzardo patologico”.
La raccolta dell’azzardo in Emilia-Romagna ha raggiunto nel 2023 i 9,5 miliardi, con una crescita del 6,9%. Le perdite, per i giocatori, sono state di 1,53 miliardi. Cifre vicinissime al bilancio complessivo della Sanità pubblica della nostra regione, per la raccolta, mentre la perdita è simile alla stima dei danni al comparto agricolo, causati dall’alluvione del 2023 in Romagna. Anche qui il peso dell’azzardo ricade in modo sproporzionato sulle persone già soggette a diseguaglianze, e contribuisce alla crescita dell’area della povertà e dell’esclusione sociale. Le perdite nelle diverse forme di azzardo corrispondono al reddito netto da lavoro di quasi 100.000 lavoratrici e lavoratori della nostra Regione, mentre oggi in Emilia-Romagna la raccolta d’azzardo corrisponde mediamente a quasi l’80% della spesa alimentare, al “pane” che dà il titolo al rapporto. Tra il 2019 ed il 2023 in Emilia-Romagna la raccolta nell’online è triplicata; prevale ancora, per poco, il gioco fisico sull’online, ma il sorpasso è ormai vicino.
Il rapporto di Cgil, Federconsumatori e Mettiamoci in gioco si sofferma sulle molte anomalie nei numeri del gioco online: enormi crescite e grandi differenze tra comuni simili sono segnali di possibile riciclaggio, tramite l’online, di capitali malavitosi o provenienti dall’economia irregolare, come sostenuto da più parti. Il cuore del rapporto è l’esame inedito dei numeri della gran parte dei Comuni e di tutti di Distretti Sanitari della Regione. Nelle mappe presentate si utilizza il colore nero per evidenziare le crisi più forti. C’è un cuore nero, al centro della Regione, ed è formato dai Comuni bolognesi di Zola, Calderara e, più distante, Valsamoggia. Molti i Comuni bolognesi con dati critici, a partire dal Capoluogo, dove l’azzardo pesa ormai un miliardo di euro. Bologna è prima tra i capoluoghi, in Regione, per giocato online.
Assieme alla Città Metropolitana, due provincie sono dentro una crisi acuta da azzardo: Modena e Reggio.
Nell’indagine viene proposta una lettura che vede la Città Metropolitana e le provincie di Modena e Reggio, assieme a diverse decine di Comuni della Regione, dentro a una “crisi acuta d’azzardo”, e per questo meritevoli di una attenzione forte e generale. Crescono i dati dei trattamenti sanitari, pur restando lontani dalla disastrosa realtà portata dall’azzardo su persone e famiglie. Disastri che restano per lo più nascosti, ed emergono a volte nei casi di sovraindebitamento, nello spezzarsi di vincoli, nei gesti estremi.
“Siamo di fronte a una domanda foraggiata da un’offerta esorbitante di “giochi” d’azzardo – ha detto il presidente di Federconsumatori Emilia Romagna Fabrizio Ghidini -. Si alimenta la sofferenza sociale ed è grave che sia la politica a farlo. L’attuale governo sta rompendo gli argini. L’impegno di Federconsumatori Emilia Romagna è rivolto a combattere la proliferazione dell’azzardo e ad aiutare concretamente le persone ludopatiche e le loro famiglie, e sulla prevenzione, in particolare verso le giovani generazioni”.
Anche il ricercatore Massimiliano Vigarani ha sottolineato “la crescita importante dell’azzardo in Emilia Romagna. 9,5 miliardi giocati nel complesso del 2023 con una perdita stimabile in 1,53 miliardi di euro. La raccolta 2024 è stimabile in più di 10 miliardi. Si evidenziano crescite anomale in vari comuni e valori procapite molto alte come dimostrano i dati elevatissimi di Zola Predosa e Calderara in provincia di Bologna, Reggiolo in provincia di Reggio Emilia, Castelvetro Piacentino in provincia di Piacenza. Preoccupano anche i poli sovracomunali di generazione di flussi di gioco come quello Modena-Reggio (Sassuolo, Formigine, Casalgrande, Rubiera)”. Anche la Romagna non è esente dal fenomeno: “Il fenomeno del gioco d’azzardo ha un altissimo costo sociale – ha rilevato Milena Benvenuti dello Spi Cgil Rimini – e per queste ragioni pensiamo che la stessa contrattazione sociale territoriale ne debba tenere conto chiedendo azioni di prevenzione da parte di tutte le istituzioni comprese la multa cautela nel rilasciare nuove licenze. Come sindacato dei pensionati vogliamo ricordare che non di rado capita che i farmaci utilizzati per curare il Parkinson possano avere degli effetti collaterali tra i quali una maggiore compulsività che può portare alla dipendenza dal gioco d’azzardo”.
Secondo Marzio Govoni di Federconsumatori Modena: “Il rapporto della Fondazione Isscon evidenzia la crisi d’azzardo della nostra Regione; crisi che diventa acuta nella città Metropolitana di Bologna, nelle provincie di Modena e Reggio, nelle città di Piacenza, Ravenna e Rimini, e in decine di centri più piccoli. Questo avviene proprio nel momento in cui si sta predisponendo, a livello nazionale, l’azzeramento del ruolo di Regioni e Comuni in materia di contenimento dell’azzardo. I numeri e i problemi che abbiamo posto rendono necessario, al contrario, la messa al centro dei territori e dei loro problemi. Parliamo di più, per favore, dei tanti drammi portati dall’azzardo”. Un appello al governo nazionale è arrivato anche da Denise Amerini della Cgil nazionale: “Siamo molto preoccupati per i contenuti della legge di bilancio che sopprime l’osservatorio e il fondo dedicato, pericolosa anche la stabilizzazione della quarta estrazione di Lotto e SuperEnalotto che aumenta l’offerta, il che, soprattutto letto insieme alla proposta di riordino del gioco fisico che elimina di fatto i distanziometri e interviene pesantemente su tutte le misure regolatorie che le amministrazioni locali negli anni hanno predisposto, disegna un quadro allarmante. Ribadiamo quindi con forza la necessità di una legge quadro nazionale che abbia a presupposti la salute sei cittadini e quindi riduca e regolamenti l’offerta”.
“Il rapporto regionale Pane e azzardo è fondamentale per mantenere alta l’attenzione sul comparto che continua a crescere in modo significativo. – ha dichiarato Massimo Masetti Portavoce Nazionale per il contrasto al Gioco d’Azzardo Patologico di Avviso Pubblico – In particolar modo oggi che stiamo affrontando il riordino del settore fisico e la partenza è molto preoccupante: invarianza di gettito erariale, quindi nessuna diminuzione dell’offerta; azzeramento, di fatto, delle distanze dai luoghi sensibili e riduzione drastica dei luoghi stessi; drastico aumento degli orari di apertura. Tutto ciò rischia di mandare in fumo tutto il lavoro che tanti amministratori e tante amministratrici in Emilia Romagna hanno svolto, affrontando cause legali durissime. È indispensabile che tutti i soggetti in campo chiedano che le leggi regionali, laddove maggiormente restrittive rispetto a quella nazionale in approvazione, rimangano in vigore”.
Anna Salfi di Auser Emilia Romagna ha sottolineato che “Come Auser siamo sensori di prossimità e offriamo solidarietà, siamo qui oggi per rafforzare la collaborazione con i soggetti che si confrontano sul gioco d’ azzardo per contrastarlo. Solo facendo rete tra noi potremo combattere questo fenomeno che distrugge vite, famiglie, posti di lavoro e il futuro delle persone più esposte”. Il ruolo della Regione è fondamentale: “Attraverso il Piano regionale di prevenzione e contrasto del gioco d’azzardo – ha spiegato Alessio Saponaro responsabile Osservatorio regionale dipendenze – la Regione Emilia-Romagna ha ottenuto importanti risultati, che sono stati misurati e validati attraverso diversi strumenti. In questo campo l’intervento deve essere necessariamente di rete, coinvolgendo sinergicamente i Servizi per le dipendenze, i Comuni, le Associazioni di auto-mutuo-aiuto e le Università. Ma non basta, occorre cambiare la cultura e la percezione che i cittadini hanno sul gioco e, non di meno, potenziare e affinare gli strumenti per affrontare le nuove forme di gioco d’azzardo come il gioco on line che vede una forte crescita”.
L’Emilia-Romagna si è dotata nel tempo di un positivo complesso di norme finalizzate al contrasto, alla prevenzione e alla riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo. Purtroppo in queste ore sembra arrivato alla fase conclusiva il tentativo, a livello nazionale, di demolire le normative che hanno consentito a tanti amministratori di contenere in questi anni l’espansione dell’azzardo nel proprio territorio, attraverso lo strumento del distanziometro dai luoghi sensibili. Uno strumento che si vuole ridurre ai minimi termini, rendendolo solo simbolico, annullando al contempo anche i poteri dei sindaci sugli orari d’apertura. Si annunciano regole che consentiranno la riapertura, in Emilia-Romagna, delle molte sale che nel tempo sono state chiuse, aumentando ulteriormente i luoghi dell’azzardo legale, attorno ai quali spesso crescono le illegalità e l’usura. Si annuncia un futuro nel quale il ruolo sull’azzardo degli amministratori locali dell’Emilia-Romagna, dal sindaco del più piccolo Comune al presidente della Regione, sarà prossimo allo zero. Un futuro rispetto al quale sono davvero troppo poche le voci che si alzano, anche in Emilia-Romagna, per chiedere di mettere al centro dell’azione pubblica, in materia di azzardo, prima di ogni altra cosa, la salute e gli interessi dei cittadini e delle cittadine. Cgil, Spi Cgil, Federconsumatori, Auser e la Campagna Mettiamoci in Gioco chiedono, anche attraverso il Rapporto, un significativo cambio di passo.
Su questo punto è intervenuta l’assessora regionale al Welfare Isabella Conti annunciando che “La Regione intende intervenire per contrastare il fenomeno del Gap attraverso la convocazione di un tavolo permanente finalizzato a una revisione della legge 5/2013 che miri a incrementare investimenti su prevenzione nelle scuole e coinvolgimento famiglie, che prevede maggiore tutela legale e che sia di supporto nel ribadire una posizione restrittiva in conferenza Stato – regioni. Agli enti locali servono strutture giuridiche che permettano la chiusura di sale slot e di macchinette anche all’interno di esercizi commerciali entro i 500 metri dai luoghi sensibili. Indagheremo poi sulla domanda e realizzeremo un report sull’impatto e sul costo sociale della ludopatia per le casse dei Comuni”.
SCHEDA DI SINTESI DEI PRINCIPALI DATI
C’è un cuore nero, al centro della Regione, ed è formato dai Comuni bolognesi di Zola, Calderara e, più distante, Valsamoggia. In particolare, Zola non solo è primo in Regione nella classifica dell’online, con 7.837 euro pro capite nella fascia 18-74 anni, ma è terza a livello nazionale tra i Comuni superiori a 10.000 abitanti, in una classifica dove domina il centro sud. L’altra forte anomalia è relativa a Calderara, che cresce ancora, raggiungendo i 5.512 euro pro capite, sesto posto a livello nazionale. Molti i Comuni bolognesi con dati critici, a partire dal capoluogo, dove l’azzardo pesa ormai un miliardo di euro. Bologna è prima tra i capoluoghi, in Regione, per giocato online.
Assieme alla Città Metropolitana, due provincie sono dentro una crisi acuta da azzardo: Modena e Reggio. Provincie che hanno in comune un Distretto composto da Sassuolo, Formigine, Scandiano e Casalgrande, dove una rete ipertrofica di azzardo fisico determina numeri eccessivi, unita a numeri importanti anche nell’online. Nel Modenese numeri elevati nel gioco fisico nelle città di Modena e a Carpi, con il caso Pievepelago, con numeri sorprendenti nell’online. Un canale dove forte è la crescita di molti Comuni reggiani, mentre nel fisico Reggiolo è la piccola Las Vegas della provincia. Stessa qualifica, nella provincia di Piacenza, per Castelvetro, mentre Piacenza è la città dell’Emilia Romagna con i numeri complessivi peggiori. La provincia di Parma registra importanti crescite e numeri pesanti in alcuni Comuni, come Fontevivo, Torrile, Fornovo, Calestano e Colorno. Ferrara invece ha i numeri più contenuti in Regione, a tutti i livelli, ma si segnala una forte crescita in molte realtà, come a Cento, dove nel 2013 sono stati spesi in azzardo online 15 milioni in più dell’anno precedente. Nel gioco fisico Comacchio conferma il titolo di Las Vegas ferrarese, con oltre 4.000 euro giocati pro-capite. In provincia di Ravenna Sant’Agata sul Santerno è uno dei cinque Comuni in Regione dove l’azzardo online ha superato i 5.000 euro, con un +134%. Vistose le crescite di Faenza, dove il gioco su Pc e smartphone cresce di 17,7 milioni in un anno e di Cervia. Ravenna è al secondo posto tra i capoluoghi nell’online, a poca distanza da Bologna. Forlì Cesena. Dati pesanti a Forlimpopoli e Bagno di Romagna, con Castrocaro piccola Las Vegas provinciale, con oltre 4.000 euro pro-capite. Preoccupa il dato di Cesena, che ha fatto registrare la crescita monetaria maggiore di tutti i Comuni della Regione, con 23,1 milioni in più spesi nell’online. Rimini. Numerosi i Comuni con vistose e improvvise crescite del gioco online, mentre nessun Comune registra arretramenti. Misano è la Las Vegas provinciale, mentre Cattolica ha una vistosa crescita nell’online.