Cronaca
28 Gennaio 2025
I due ex consiglieri comunali sono tra i testimoni citati dalla difesa dell'imputata. Con loro anche Aldo Manfredini, ex amministratore unico di Amsef e fedelissimo di Nicola Lodi

Lettere minatorie. Solaroli e Felisatti testimoni nel processo ad Arquà

di Davide Soattin | 2 min

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Udienza filtro ieri (27 gennaio) in tribunale a Ferrara per il processo a carico dell’ex consigliera comunale Rossella Arquà, finita alla sbarra con l’accusa di minacce nella querelle delle lettere minatorie arrivate nell’ex sede della Lega di Ferrara, rivolte sia a lei che all’ex vicesindaco Nicola Lodi.

All’ex fedelissima di Naomo – difesa dagli avvocati Bernardo Gentile e Fabio Anselmo – veniva inizialmente contestata anche la simulazione di reato per cui – nelle precedenti udienze – aveva patteggiato cinque mesi e diciotto giorni di pena.

Ieri mattina, in aula, il giudice Giuseppe Palasciano ha ammesso le liste testi di Procura, parte civile (avvocato Carlo Bergamasco per Nicola Lodi, ndr) e difesa.

Quest’ultima ha chiesto che a testimoniare, durante le prossime udienze del processo, oltre agli agenti della Digos e allo stesso Nicola Lodi, siano sentiti – tra gli altri – due ex consiglieri comunali di maggioranza, una di minoranza e uno degli uomini di fiducia dell’ex vicesindaco leghista.

I nomi sono quelli di Stefano Solaroli, Fabio Felisatti e Aldo Manfredini, ex amministratore unico di Amsef, all’epoca dei fatti attivista Lega. A loro si aggiunge anche l’ex Gruppo Misto Anna Ferraresi, che sarà ascoltata sui contatti con Arquà nel giugno 2021 relativamente ai fatti al centro del processo.

La vicenda risale al periodo aprile giugno del 2021 quando nella sede della Lega arrivarono diverse lettere intestate a Nicola Lodi e alla stessa Arquà che aveva da sempre ammesso di averle inviate e per cui era stata citata in giudizio per simulazione di reato e minacce.

Era stata archiviata invece la posizione in merito alla lettera giunta in Municipio contenente anche un proiettile.

Le indagini condotte dalla pm Isabella Cavallari avevano portato a contestare all’ex fedelissima di Lodi dodici episodi, tutti contenenti varie minacce scritte dal calibro “Lodi preparati che farai una brutta fine”, “Naomo guardati alle spalle perché noi ci siamo”, “Lodi sappiamo che hai paura occhio pure alla tua beniamina [sic] che apre”, “Caro Lodi e tu che apri la sede e ti vedo Arquà adesso il gioco diventa pesante occhio”, “Via con la Digos ma non ci saranno sempre a salvarvi presto arriveranno troppo tardi per voi 2”, “Lodi Arquà sappiamo la paura che avete sta arrivando la vostra fine un colpo e basta”, “Lodi sappiamo dove abiti Arquà adesso sappiamo dove abiti tu o soli o in compagnia addio per voi è finita”. A queste si aggiungeva un bossolo lasciato sempre nella buchetta delle lettere della sede della Lega.

Prossima udienza fissata per il 19 maggio, quando saranno esaminati i testi della Procura.

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