Oggi (22 gennaio) al ministero dell’Agricoltura con il ministro Francesco Lollobrigida, il ministro per l’ambiente e la sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin e il commissario straordinario per il granchio blu Enrico Caterino è stato presentato il “Piano di intervento per contenere e contrastare il fenomeno della diffusione e della proliferazione della specie granchio blu”.
Il piano prevede diverse azioni da svolgere nel biennio 2025-2026 finanziate dal governo Meloni con 10 milioni di euro attraverso il decreto Agricoltura. A questi si aggiungono i 44 milioni stanziati dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste per Indennizzare imprese per la semina, il ripopolamento e la protezione degli allevamenti, il rimborso cattura e la protezione acquacoltura e per la ricerca e lo sviluppo tecnologico.
Durante la presentazione Lollobrigida ha sottolineato l’importanza di un approccio integrato. “Abbiamo – dice – lavorato con i centri di ricerca e con tutti quelli che potevano contribuire per la redazione di un Piano che potesse essere efficace per il rilancio delle attività di acquacoltura che per me sono fondamentali, in particolare quello della vongola verace e per riutilizzare il granchio blu a fini di crescita economica e di sviluppo”.
Il Ministro ha inoltre evidenziato come, grazie a questo piano, si siano già create filiere commerciali, avviando start-up e attrarre investimenti esteri per valorizzare un prodotto che in passato era considerato uno scarto. “Gli investimenti sono in questo caso asiatici, ma è una trattativa che stanno tenendo a livello privato i consorzi”, ha aggiunto Lollobrigida, sottolineando la collaborazione tra istituzioni e imprese.
L’obiettivo delle azioni previste dal piano, come esplicitato anche nelle slide esposte dal ministro, è: contribuire alla difesa della biodiversità degli habitat colpiti dall’emergenza; contenere e contrastare il fenomeno della diffusione e della proliferazione della specie granchio blu; impedire l’aggravamento dei danni inferti all’economia del settore ittico; promuovere e sostenere la ripresa delle attività economiche esercitate dalle imprese di pesca e di acquacoltura.
Al documento hanno contribuito diversi enti tra cui Ispra, il Consiglio nazionale delle ricerche, il Crea, le Capitanerie di porto e gli enti territoriali interessati. Il Piano si pone come obiettivo quello di individuare delle linee guida strategiche per difendere la biodiversità delle aree colpite dall’emergenza.