“Respingiamo con fermezza, in quanto non vere, le affermazioni secondo cui gli animali animali sarebbero mantenuti in stato di sofferenza, in spazi ristretti e in ambienti inadeguati”. Così l’avvocato Marco Linguerri, difensore della rettrice Laura Ramaciotti, replica gli articoli apparsi sulla stampa in relazione alla notizia secondo la quale il difensore di Animal Liberation e Limav avrebbe chiesto il sequestro dei macachi ospitati nel laboratorio di ricerca di Unife.
Linguerri evidenzia in primo luogo “come tutte le ispezioni effettuate nello stabulario di Unife, compresa quella condotta dal consulente della Procura di Ferrara, Giuseppe Cascio, non hanno mai rilevato inadeguatezze nelle condizioni psico-fisiche degli animali e, al contrario, hanno sempre accertato condizioni di trattamento e stabulazione degli stessi pienamente idonee e conformi ai parametri disposti dalle normative di riferimento”.
Altro fatto, “puntualmente documentato da questa difesa negli atti di indagine della Procura, di cui tuttavia non è stata fatta minima menzione negli articoli apparsi sulla stampa”, è che il Ministero della Salute ha recentemente rinnovato, all’Ateneo di Ferrara, il permesso di stabulazione per i prossimi 6 anni, “dopo una approfondita ispezione che ha accertato la piena conformità di tutti i parametri richiesti dalla normativa in materia”.
Discorso analogo il legale lo conduce per tutti i controlli effettuati dalla Asl competente, “rigorosamente sottaciuti da chi non ha interesse alla loro divulgazione, ma parimenti depositati agli atti di indagine, l’ultimo dei quali avvenuto appena un mese fa, conclusisi sempre con esito pienamente positivo e conforme ai parametri ed alla normativa di settore”.
L’avvocato assicura che “l’Ateneo di Ferrara, sia oggi che in passato, ha sempre avuto come stella polare il rispetto del benessere animale, soprattutto in un settore sicuramente difficile, ma indispensabile per il progredire della ricerca scientifica, come quello delle attività sperimentali in cui, contrariamente a quanto apparso in alcuni articoli di stampa, tutti i macachi presenti nello stabulario di Ferrara sono stati coinvolti negli ultimi anni, pur tenendo conto della inevitabile sospensione nel periodo del Covid-19, nel pieno rispetto delle autorizzazioni ministeriali regolarmente richieste ed ottenute”.
A dimostrazione di ciò “vi è il dato oggettivo e documentale dell’intensa attività di ricerca e pubblicazione scientifica per la quale, quantomeno negli ultimi dieci anni, si sono distinti l’Università di Ferrara ed i suoi ricercatori, anche a livello internazionale”.
“Auspichiamo pertanto – conclude Linguerri – che la Procura voglia rapidamente giungere alla conclusione di questa indagine che, contrariamente all’interesse di tutti, soprattutto degli animali, si protrae da più di quattro anni e che la questione giuridica sottesa, ancorchè chiarissima a nostro avviso, se mai dovrà essere approfondita, lo sia in ambito giudiziario e non altrove”.
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