di Elisa Fiorini
La Spal non va oltre al pari al Mazza e si fa rimontare, dopo la rete di Rao, da un Sestri Levante mai domo fino all’1-1 al 67’. La squadra biancazzurra sembra quasi non essere scesa in campo nel finale, dovendo tornare negli spogliatoi con più rimpianti che certezze.
“Questa squadra ha due facce – esordisce amareggiato Dossena in sala stampa – sappiamo bene che se abbassiamo il ritmo e teniamo meno la palla siamo più vulnerabili. Dobbiamo lavorare per avere una condizione fisica migliore ma soprattutto sull’aspetto mentale, dove serve alzare l’asticella”. La Spal ha cambiato parecchio nel secondo tempo: “Quello di Haoudi lo avevo preventivato, volevo vedere come stavano Bidaoui e D’Orazio. Bassoli e Awua li ho visti in difficoltà fisica per cui ho inserito El Kaddouri e Nador. Awua l’ho messo perché ho bisogno di più dinamismo, necessitavo di un incontrista in certi momenti. Per caratteristiche concede un po’ meno sotto l’aspetto del gioco”.
Qualcosa non ha funzionato stasera? “Mi è piaciuta la prima mezz’ora, dove tenevamo Sestri nei loro ultimi 30m. Abbiamo sbagliato un rasoterra nella loro prima linea di pressing, facendoli arrivare al tiro. Ho visto una manovra ben fatta, siamo arrivati sul fondo parecchie volte e di questo sono stato soddisfatto”. Nel secondo tempo invece si è vista una Spal diversa, “dà fastidio prendere gol in quel modo, in possesso… Brucia. Si salvano le cose positive, ma lo ripetiamo da tanto. Poteva essere una partita tanto a poco, invece siamo qui a commentare un pareggio”. La seconda metà di gara ha visto alcuni giocatori commettere errori banali, e secondo Dossena è importante “essere più lucidi in alcune situazioni. Su certi pesa un aspetto fisico, su altri un aspetto mentale, devono stare tranquilli, perché si lasciano sopraffare dalla tensione”.
Guardando le statistiche, la Spal quest’anno ha perso ben 13 punti da situazioni di vantaggio. Sembra che la squadra sia dominata dall’ansia: “Costruiamo una gabbia di muri nostri, quest’ansia è prodotta da noi: se vado in vantaggio, non è possibile che io diventi inferiore all’altra squadra. Certi giocatori quando arrivano a un certo punto della partita calano troppo, consegnando il pallone all’avversario ti metti sotto attacco. Non c’è una spiegazione logica, i ragazzi ne parlano e ne sono consapevoli. Ci sono ancora 16 partite e 48 punti a disposizione, ora non sono partite da dentro o fuori, ma è un periodo dove la nuvola che gira sulla squadra condiziona parecchio. Faremo il nostro, provando a spingere, voglio personalità”.
Sembra che la Spal, ormai, abbia rivelato la propria faccia: questa, in lotta per evitare i playout. “Sono abituato a fare con quello che ho: siamo questi, accettiamo di essere classificati così, con le nostre lacune, che vanno migliorate. La società non è ancora intervenuta, magari reputa che sia giusto fare con quello che ha” ha concluso Andrea Dossena.
La parola è poi passata a Cesare Galeotti, autore di una bella prestazione tra i pali: “Ultimamente è un periodo un po’ così, dopo la vittoria di Lucca abbiamo lavorato bene e volevamo i 3 punti. Non ci siamo riusciti, dovremo lavorare ancora più forte. Oggi abbiamo perso una palla a metà campo, sapevo che il giocatore del Sestri era un ottimo mancino: è stato bravo a piazzarla bene. Nell’intervallo abbiamo recuperato energie per ripartire più forte nel secondo tempo, ma non le abbiamo messe in campo: le colpe sono nostre, ci dispiace”. Due interventi decisivi che sono valsi a Galeotti il premio di migliore in campo: “Non sono valsi ai fini del risultato, ma provo sempre a dare una mano. Anche quando ci riesci ma non porti a casa il punteggio pieno c’è rammarico. Il colpo di testa ravvicinato è stato il più difficoltoso”. Titolare a stagione in corso, dopo allenamenti su allenamenti a lavorare: intorno a Cesare Galeotti c’è grande fiducia. “Ho accettato le decisioni di quest’estate, ho lavorato tanto per farmi trovare pronto. Quando sono stato chiamato in causa lo sono stato. Sto ricevendo fiducia, ma devo continuare a lavorare forte. Essere sotto alla curva con la mia gente vuol dire tanto, sono cresciuto qui. Devo scindere l’aspetto giocatore-tifoso: tenendoci tanto a volte è difficile essere lucido. La classifica deve migliorare, bisogna iniziare a fare punti, ma ragionando partita per partita”.
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