Ars et Labor. In ogni partita c’è lo zampino di Senigagliesi
L'Ars et Labor, finalmente, regala una bella vittoria ai suoi tifosi nel suo stadio, il “Mazza”, contro il Massa Lombarda
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La giunta comunale ha dato il via libera al sindaco Alan Fabbri per incaricare un legale esterno, con l'obiettivo di avviare la procedura esecutiva e recuperare i 100mila euro di provvisionale riconosciuti al Comune di Ferrara nel processo alla mafia nigeriana
Settembre, per tradizione politica, è tempo di bilanci e di visioni future. "Settembre (dovrebbe essere) mese di riflessioni (possibilmente serie)", sottolinea Silvano Tagliavini, portavoce del Coordinamento cispadano NO autostrada - SÌ strada a scorrimento veloce, che interviene a margine delle recenti Feste del Partito Democratico a Ferrara e Bologna
Le contrade ferraresi hanno iniziato con grande entusiasmo la Tenzone Aurea della Fisb, la Federazione Italiana degli Sbandieratori, che si è disputata in questo fine settimana a Formigine. Dopo le prime tre specialità, i portacolori estensi hanno già fatto parlare di sé con prestazioni di rilievo e diversi podi
Alla festa nazionale Udc, alla presenza di Meloni, Salvini, Tajani, il ministro Adobi e il Ministro delle Finanze Giorgetti, è stato presentato il piano Bizzarri, promosso da Riccardo Bizzarri, responsabile nazionale economia e fisco Udc ed ex sindaco di Masi Torello. Il progetto nasce dalla filosofia di far sì che “il fisco diventa un po’ più umano”
Già condannato a undici anni dalla Corte d’Appello di Bologna per mafia nigeriana, il 37enne Abubakar “Chako” Shaka, boss del clan Vikings/Arobaga che dominava sulla Gad, dovrà affrontare un nuovo processo in tribunale a Ferrara con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti.
È quanto ha deciso ieri (venerdì17 gennaio) il gup Danilo Russo del tribunale di Ferrara durante l’udienza preliminare dell’inchiesta con cui la Procura di Ferrara – pm Isabella Cavallari – chiedeva il rinvio a giudizio di quindici persone di nazionalità nigeriana accusate- a vario titolo – di spaccio e rapina.
Sono sette in tutto, Shaka compreso, quelli rinviati a giudizio. Tra loro spicca anche il nome del 51enne Victor Chukujewku Obileme, già a processo con l’accusa di omicidio volontario aggravato e trasporto di sostanze stupefacenti nel procedimento per la morte del 33enne Solomon Okocha che, a marzo 2022, sulla Statale 16, nei pressi di Monestirolo, fu trovato senza vita lungo il ciglio della strada, dopo che uno degli ovuli di eroina che stava trasportando nello stomaco si ruppe, procurandogli una morte atroce.
È stata invece pronunciata sentenza di non luogo a procedere per otto degli iniziali quindici finiti al centro delle indagini poiché irreperibili. È il caso dei fratelli Isaac e Stephen Oboh, entrambi membri di spicco degli Eiye, il clan rivale a quello di di Abubakar “Chako” Shaka, già noti alle cronache locali ferraresi. Il secondo infatti, suo malgrado, il 30 luglio 2018, fu vittima del famigerato agguato col machete avvenuto in via Olimpia Morata, a due passi dalla stazione, in piena zona Gad.
A tutti e quindici gli imputati, la Procura di Ferrara contestava oltre duecento episodi di detenzione, compravendita e spaccio di decine e decine di dosi di eroina, cocaina e marijuana che, tra maggio e giugno 2019, avrebbero rivenduto ad assuntori in città, incassando centinaia di euro, mentre per Isaac Oboh e altri due si aggiungeva anche l’accusa di aver messo a segno due rapine ai danni di due persone differenti, entrambe nella stessa serata, quella del 24 settembre 2018, all’interno del circolo privato D-Verso di via Modena.
Nella prima circostanza, a farne le spese fu Felix Tuesday – anche lui membro dei Vikings/Arobaga, condannato a 9 anni 3 mesi e 20 giorni nel processo d’appello per mafia – che, aggredito con un coltello, bottiglie di vetro, calci e pugni, fu derubato di 100 euro che teneva nella tasca dei pantaloni. La seconda vittima, invece, fu il proprietario del locale Igben Desmond, che – con lo stesso modus operandi – fu rapinato in maniera violenta di 2.100 euro che, in quel momento, custodiva nella cassa del circolo privato.
Decisive furono le indagini dei carabinieri che, attraverso gli accertamenti effettuati, tra cui l’analisi di tabulati telefonici e l’ascolto di intercettazioni telefoniche, riuscirono a incastrare i quindici.
La prima udienza dibattimentale per i sette finiti alla sbarra è fissata per il 4 marzo davanti alla giudice Rosalba Cornacchia del tribunale di Ferrara.
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