La Biblioteca Ariostea apre le Giornate della Memoria 2025, martedì 21 gennaio, con la presentazione del volume Le Camicie Nere in Africa 1923-1943, pubblicato per i tipi di Mursia, dello storico militare Niccolò Lucarelli, che dialogherà con Anna Quarzi, presidente dell’Istituto di Storia Contemporanea e con Andrea Rossi, cultore di storia militare presso l’Università di Ferrara. L’evento, in collaborazione con libreria Libraccio di piazza Trento e Trieste, si terrà alle ore 16,45, presso la Biblioteca Ariostea.
Il volume di Lucarelli ripercorre le vicende della milizia fascista in Africa, dalle prime operazioni in Cirenaica nel 1923, passando per l’Etiopia e terminando in Tunisia nel maggio del 1943, attraverso le testimonianze dei protagonisti, i bollettini militari, i diari storici dei vari comandi e gli articoli di stampa. I fatti d’armi sono inquadrati dal punto di vista del contesto politico, senza tralasciare quello psicologico e morale; per quest’ultima ragione viene lasciato spazio sia alle voci di quelle Camicie Nere fino all’ultimo convinte della necessità della guerra, sia di quelle che proprio in Africa ebbero i primi dubbi sulla giustezza dell’impresa coloniale e del fascismo tutto. Questo volume è anche una riflessione che prende le mosse dalla nascita della milizia stessa, per capirne gli scopi e il carattere, e attraverso di essa ricostruire in controluce il percorso politico del Fascismo, la cui evoluzione in senso “staraciano” non sempre trovò d’accordo le Camicie Nere che videro svanire la portata sociale della “rivoluzione fascista”.
Come spiega l’autore «in Africa, come del resto altrove, il ruolo della Milizia è in chiaroscuro: una forza armata discretamente efficiente ma mai decisiva, anche perché mai impiegata in maniera massiccia, e che non riuscì completamente a operare quella saldatura con l’Esercito tanto auspicata da Mussolini». Il volume intende quindi essere una trattazione esaustiva dell’impiego della Milizia in Africa dal punto di vista militare, senza però tacerne le pagine più buie, inquadrando le vicende nel contesto politico della “guerra fascista”.
E la cornice delle Giornate della Memoria è appunto l’occasione per parlare anche dei crimini che il colonialismo fascista ha purtroppo commesso in Libia e in Etiopia, basti pensare al massacro di Debra Libanos del 1937, o ai 100.000 libici morti nei campi di concentramento fra il 1931 e il 1933. Anche le pagine più buie della storia nazionale devono essere conosciute con il necessario spirito critico, e conservarne la memoria può essere d’aiuto per rafforzare la coscienza civile di un popolo e far sì che un certo passato non si ripeta.
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