Politica
16 Gennaio 2025
Secondo Marcella Zappaterra, portavoce regionale delle Donne Democratiche la giustificazione della pena apre a una riflessione profonda rispetto alla cultura della prevaricazione e della violenza di genere

Sentenza Montefusco: “Pericolosa arretratezza culturale”

di Redazione | 2 min

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Da ciò che emerge e si apprende dalle cronache, se uccidi a fucilate tua moglie e la figlia di lei, appena 22enne, potresti essere al riparo da una sentenza di ergastolo perché il giudice riconosce una “comprensibilità umana dei motivi che hanno spinto l’autore a commettere il fatto reato”.

Questa sentenza ci preoccupa e, per certi versi se fosse confermato l’impianto motivazionale, ci fa rabbrividire. Il giudice riconosce, infatti, nel doppio femminicidio commesso ai danni di Gabriela Trandafir e sua figlia Renata da parte di Salvatore Montefusco nel giugno del 2022, umana comprensione per l’uomo che viva in una situazione famigliare conflittuale.

Ciò che si percepisce dietro la sentenza della Corte d’Assise di Modena trasuda di una pericolosa arretratezza culturale di stampo patriarcale. Non possiamo, infatti, evitare di leggere nella motivazione della sentenza che a un assassino frustrato che perda il controllo, sia riconosciuta una attenuante per aver spezzato la vita di due donne nella propria casa.

Ancora una volta, quello che dovrebbe essere il posto più sicuro per ognuna e ognuno, la casa e il contesto familiare, sono teatro di violenze feroci che una sentenza definisce “comprensibili”.

Come Donne Democratiche rifiutiamo ogni giustificazione per i femminicidi e la violenza contro le donne. La condanna di Montefusco a 30 anni e non alla massima pena ma soprattutto le motivazioni che sembrano stare dietro a questa decisione aprono a una riflessione profonda rispetto alla cultura della prevaricazione e della violenza di genere che noi condanniamo senza alcuno sconto.

*portavoce reggente Donne Democratiche Emilia-Romagna

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