Tredici milioni di euro. A tanto potrebbe ammontare il rimborso che Hera sarebbe costretta a versare nelle casse dei ricorrenti nel caso in cui venisse accolto il reclamo di Rete Civica di Ferrara contro i rincari del teleriscaldamento insieme a Cooperativa Castello e all’amministratore condominiale Massimo Caselli, un migliaio di persone rappresentate nel complesso.
Tredici milioni sarebbe la cifra da rimborsare qualora tutti coloro che nel territorio di Ferrara usufruiscono del teleriscaldamento decidano di unirsi al reclamo, cosa per cui, spiegano Massimo Buriani (coop. Castello), Katia Furegatti, Miranda Manservigi e Mattia Guaresi (Rete Civica), il gruppo si impegna a dare supporto.
Non si tratta infatti della classica class action per cui i tempi di rimborso rischierebbero di essere particolarmente lunghi ma di un reclamo, portato avanti dallo studio Anselmo, per ottenere un rimborso nel tempo più breve possibile su quelle che Furegatti, parlando delle bollette, definisce “cifre ingiustificate”. 
“La condotta di Hera – specifica Massimo Buriani leggendo l’istruttoria per abuso di posizione dominante verso l’azienda dall’Agcm – ha avuto un impatto significativo sui consumatori, che hanno pagato prezzi medi che nel 2022 sono risultati superiori di almeno il 45% rispetto ai costi riconosciuti, comprensivi di un equo rendimento sul capitale investito”.
“Nel caso di specie – aggiunge -, il valore delle vendite è considerato pari al fatturato (al netto dell’IVA e comprensivo dello sconto fiscale) realizzato per la sola vendita di calore agli utenti allacciati alla rete di Ferrara nel 2022, così come emerge dai conti economici della rete forniti da Hera. Pertanto, il valore delle vendite rilevante nel presente procedimento per Hera risulta pari a 29.403.503,56 euro“. Tredici milioni è proprio il 45% di questi quasi 30 milioni.
L’esposto, per cui si è arrivati a una sanzione di circa 2 milioni di euro, era partito dal Condominio Il Quartiere, il cui amministratore è Massimo Caselli, con il supporto di Rete Civica a cui si è poi aggiunta la Cooperativa Castello, nel luglio del 2023.
Buriani sottolinea come l’Antitrust abbia ritenuto che Hera ha impedito ai consumatori di beneficiare dell’uso di fonti rinnovabili disponibili a costi contenuti per produrre un bene essenziale come il calore e ha imposto prezzi iniqui ed eccessivi rispetto ai costi (comprensivi di un equo rendimento sul capitale investito).
“L’andamento divergente di ricavi e costi – aveva scritto il Garante – dovuto all’adozione di una formula di prezzo che lega il prezzo del teleriscaldamento ferrarese al prezzo all’ingrosso del gas naturale ha esposto gli utenti del Tlr ferrarese ad un rischio di prezzo di ampiezza ingiustificata in occasione dell’aumento delle quotazioni del gas naturale durante il 2021-22, che ha portato i medesimi utenti a pagare un prezzo per il calore di oltre il 230% superiore al costo del calore in tali circostanze”.
Tale prezzo fisso “non è stato tuttavia determinato in modo da rendere il prezzo finale pagato dagli utenti più coerente con la struttura di costo del servizio: il prezzo della componente geotermica è stato infatti fissato ad un livello che appare largamente superiore al costo del calore geotermico, anche laddove si includa il costo dell’infrastruttura necessaria per il trasporto del calore alla rete di Ferrara”.
La condotta abusiva di Hera è da ricondurre all’utilizzazione di “una formula tariffaria che lega il prezzo del calore al costo del gas naturale, sebbene tale fonte energetica abbia un ruolo minoritario nella fornitura del calore immesso nella rete di Ferrara, senza prevedere alcun meccanismo correttivo o clausole di salvaguardia in grado di proteggere gli utenti da significativi aumenti del prezzo del gas naturale o almeno di mitigarne gli effetti sul prezzo del calore pagato dagli utenti”.
L’assenza di meccanismi correttivi o mitigatori fino all’ottobre 2022 “ha esposto gli utenti della rete di Tlr di Ferrara al rischio delle variazioni del costo del gas naturale in misura significativamente superiore all’impatto di tali variazioni sui costi di approvvigionamento del calore, trasferendo su tali utenti un onere eccessivo e ingiustificato, che si è tradotto, nel contesto degli elevati aumenti del prezzo all’ingrosso del gas naturale del 2021-22, nell’applicazione di prezzi ingiustificatamente gravosi e quindi nello sfruttamento abusivo della posizione dominante detenuta da Hera nella fornitura del servizio di teleriscaldamento a Ferrara. Tale sfruttamento appare essere stato mitigato ma non interrotto dall’introduzione nell’ottobre 2022 del prezzo fisso per la quota di energia di fonte geotermica immessa in rete”.
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