Politica
14 Gennaio 2025
I consiglieri del Pd chiedono di predisporre, d’intesa con Acer Ferrara, un vero “piano di riqualificazione e valorizzazione” del patrimonio di edilizia pubblica

Solo 100 nuclei, su oltre 900, potranno beneficiare di un alloggio popolare entro l’anno

di Redazione | 4 min

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Finalmente è stata pubblicata, con due mesi di inspiegabile ritardo, la 35° Graduatoria provvisoria di Edilizia Residenziale Pubblica (Erp).

Le domande di casa popolare pervenute agli uffici comunali entro la scadenza del 31 agosto 2024 sono state 1.135: di queste, ben 954 risultano inserite nella graduatoria aggiornata. Ora, ai sensi del regolamento vigente, i diretti interessati avranno un mese di tempo per eventuali ricorsi prima che la graduatoria diventi definitiva.

Nel frattempo Acer e Comune continueranno a ricevere nuove domande perché il fabbisogno abitativo è aumentato notevolmente negli ultimi anni, complice il rincaro del mercato degli affitti dovuto al boom di studenti universitari e locazioni brevi destinate ai turisti.

I principali operatori di settori evidenziano un aumento del costo medio a mq del 43% negli ultimi otto anni: la carenza di politiche abitative pubbliche incisive, a Ferrara, sta precludendo a tanti giovani lavoratori la possibilità di costruire un futuro nella nostra città.

Aumenta la cosiddetta “fascia grigia” di famiglie che non possono permettersi un affitto a costi di mercato e si rivolgono ad Acer per trovare una soluzione abitativa. Nonostante ciò circa un terzo degli alloggi Erp presenti nel nostro territorio comunale risulta ancora in lavorazione o del tutto inagibile perché non vengono stanziate abbastanza risorse pubbliche in programmi di manutenzione straordinaria.

Secondo una stima resa nota in Consiglio Comunale dall’ex assessore Lodi sarebbero almeno 741: un numero che, ironia della sorte, sopravanza di poco i 715 i richiedenti ancora in attesa di alloggio transitati dalla 34ma alla 35ma graduatoria.

Per questo riteniamo del tutto fuori luogo l’enfasi con cui il sindaco Fabbri e l’assessora Coletti hanno annunciato il “successo” di avere nelle prime cento posizioni della nuova graduatoria il 74% di nuclei familiari italiani.

Una classica “vittoria di Pirro” a giudicare dal numero ancora troppo alto di alloggi inagibili: solo un centinaio di nuclei, su oltre novecento, potranno beneficiare di un alloggio entro l’anno in corso. E tutti gli altri? A Ferrara la Lega continua ad alimentare un’indecorosa guerra tra poveri mentre a Roma il governo Meloni non stanzia un euro per realizzare un serio Piano Casa Nazionale, lasciando andare in malora ca 800 mila alloggi popolari in tutta Italia.

A colmare questa carenza ci ha provato, nell’ultimo triennio, la Regione Emilia-Romagna investendo oltre 10 milioni di euro nella ristrutturazione del patrimonio di edilizia pubblica. Il Comune di Ferrara, invece, ha fornito ad Acer risorse utili a recuperare appena 123 alloggi Erp mentre, tra il 2019 e il 2023, il numero di case popolari inagibili aumentava del 27,5%.

L’ultima delibera di giunta assegna a tale scopo poco più di 800 mila euro per recuperare 73 alloggi quando, per il solo 2024, era stato promesso un investimento aggiuntivo di 1,5 milioni. Che fine ha fatto? Possibile che Ferrara non riesca a predisporre un “Piano Casa” comunale come ha fatto Bologna, che investe 200 milioni di euro per recuperare alloggi vuoti, ammodernare quelli esistenti e costruire nuovi complessi residenziali a canone calmierato?

Noi crediamo che si debba fare di più per contrastare l’emergenza abitativa dei cittadini più deboli e favorire le giovani coppie in cerca di casa. È ora di approntare, d’intesa con Acer Ferrara, un vero “piano di riqualificazione e valorizzazione” del patrimonio di edilizia pubblica che preveda lo stanziamento di almeno un milione l’anno nel prossimo triennio con l’obiettivo di abbattere sensibilmente lo stock di alloggi vuoti oggi presente nel nostro Comune e, di conseguenza, ridurre i tempi di attesa nelle graduatorie di assegnatari. Però non basta, il caro affitti va contrastato con politiche abitative a 360 gradi incentivando l’edilizia sociale a canone calmierato.

Per questo il Partito Democratico ha chiesto di vincolare le risorse derivata a Bilancio dalla monetizzazione di quote ERS per incentivare la realizzazione di nuovi complessi residenziali a canone equo, accessibili a tutte quelle persone che oggi non riescono più a sostenere normali prezzi di mercato.

Ferrara deve tornare ad essere attrattiva per giovani coppie, lavoratori e famiglie numerose: in gioco c’è il suo futuro.

*consiglieri comunali Pd Ferrara

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