di Paolo Rossi
Codigoro. Codigoro, terra di gelo, nebbia, afa e voli d’aironi, oggi piange la scomparsa del suo grande artista, Angles Granini. Con lui se ne va non solo un pittore, ma un uomo straordinario che ha saputo far dialogare colore e materia, trasformando ogni opera in una dimensione onirica drammaticamente reale e lirica.
Granini non si limitava a rappresentare la realtà visibile: la sua arte nasceva dalla riflessione e dalla coscienza, esplorando territori di libertà espressiva lontani dai confini del figurativo tradizionale. Per Granini, l’arte informale non era una semplice negazione del reale, ma una conquista di libertà. “Non imprigionata da alcun limite, l’arte astratta — diceva — costruisce un nuovo alfabeto, nato dal pensiero e dal sentimento, non dalla contemplazione passiva”.
Questa ricerca instancabile del vero e del profondo lo ha reso un maestro capace di rivoluzionare i canoni classici per immergersi in un universo di emozioni e visioni.Le sue opere non si osservano soltanto: si vivono, si attraversano, si pensano. Chi vi entra viene coinvolto in un dialogo silenzioso ma potente, in cui l’arte diventa comunicazione intima e consapevole. Ogni pennellata è un invito a riflettere, a cogliere il senso profondo dell’esistenza e a liberarsi dai confini imposti dalla realtà.
Angles Granini era, e rimarrà, un poeta del colore e dell’informale, ha saputo restituire alla pittura quella sacralità che appartiene solo ai grandi artisti. La sua eredità ci ricorda che la vera libertà si trova nel coraggio di creare senza compromessi, dando forma visibile alla coscienza e ai sentimenti più profondi.
Codigoro perde un suo figlio visionario, ma l’eco della sua forza pittorica continuerà a risuonare nelle sue opere. Oggi salutiamo non solo un artista, ma un uomo che ha fatto della libertà la sua firma più autentica.
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