Berco. In 247 rischiano il posto di lavoro
Sono 247 i lavoratori che rischiano il licenziamento mentre per tutti gli altri rimane la volontà di Berco di revocare il contratto collettivo aziendale
Sono 247 i lavoratori che rischiano il licenziamento mentre per tutti gli altri rimane la volontà di Berco di revocare il contratto collettivo aziendale
Il sindaco Fabrizio Pagnoni interviene sulla decisione del board aziendale di avviare i licenziamenti: "Atti unilaterali pesantissimi. Chiederemo al governo di farsi portavoce di una istanza ufficiale di sospensione"
Otto ore di sciopero e di presidio davanti alle portinerie di Berco. Sono quelle che le organizzazioni sindacali e le rappresentanze sindacali unitarie dello stabilimento copparese hanno indetto per lunedì 10 febbraio, a partire dalle 6, contro "un atto irresponsabile e scellerato"
Dopo la notizia dell'avvio dei licenziamenti per i 247 lavoratori di Berco, la Regione Emilia-Romagna chiede al Ministero delle Imprese e del Made in Italy di coinvolgere i vertici della proprietà, la multinazionale tedesca ThyssenKrupp, già a partire dal prossimo tavolo di crisi convocato per giovedì 13 febbraio a Roma
"Con rammarico, siamo ad informarvi che nel pomeriggio odierno abbiamo proceduto con l’invio della comunicazione di apertura dei licenziamenti su base unilaterale; da oggi, pertanto, decorrono i 75 giorni massimi previsti dalla legge per poter ancora addivenire ad un accordo tra le parti, prima di procedere con i licenziamenti". Berco avvia dunque con queste parole la procedura dei licenziamenti che rischia di vedere coinvolti 247 lavoratori
L’85 per cento delle opere d’arte si trova nei depositi dei musei, conservata spesso in scaffalature obsolete che non le proteggono dal degrado ambientale. Riportarle alla luce, metterle nella disponibilità dei fruitori, quindi della collettività e delle comunità, significherebbe ampliare conoscenza e cultura.
La salvaguarda del patrimonio è stata al centro dell’evento organizzato da Makros, azienda ferrarese conosciuta nel mondo per i sistemi archivistici Blockfire – dal nome del primo brevetto contro il fuoco realizzato dal titolare, Massimo Luise, cui sono seguiti quelli contro acqua e batteri – che nella sede di Confindustria, alla presenza delle istituzioni, ha anticipato ieri (giovedì 9 gennaio) i progetti del 2025.
Nello specifico: industrializzazione del brevetto contro l’acqua, con installazioni capaci di reggerne l’urto in caso di allagamenti e/o alluvioni; utilizzo dell’intelligenza artificiale per la protezione da deterioramento batterico, un fronte su cui Makros continua la collaborazione col Cnr di Firenze. Umanesimo e scienza, tecnologia e natura.
Attorno a questi quattro macrotemi si sono snodati gli interventi delle istituzioni. Giacomo Pirazzoli, referente Confindustria Emilia, di cui Makros è socia, ha rimarcato con orgoglio l’attività di ricerca e sviluppo svolta dal comitato scientifico di Makros.
L’assessore comunale Francesco Carità, ricordando le installazioni sotterranee realizzate in Turchia e la loro presenza nei siti culturali di Europa e Asia, ha parlato di “eccellenza che porta Ferrara nel mondo e di capacità progettuale che diventa modello per chi crede nelle proprie idee”. Paolo Govoni, vice presidente Camera di Commercio Ferrara-Ravenna, di come la tecnologia sia a disposizione della cultura e avanzi sulla base dei nuovi bisogni del tempo, a partire dai cambiamenti climatici in corso, “di cui è necessario limitare i danni”. Riccardo Maiarelli, presidente Fondazione Estense e già presidente Confindustria Ferrara, ha rimarcato l’impegno, anche della Fondazione, su percorsi “tesi a ‘portare fuori dalle cantine il grande patrimonio pittorico di cui disponiamo”, sottolineando a sua volta come la strada sia la protezione e conservazione intelligente di ogni forma artistica.
Da Stefano di Brindisi, amministratore unico Sipro – nei cui incubatori Makros si trova – il monito “a non considerare il nostro territorio sempre come fanalino di coda, perché abbiamo start up capaci di collocarsi sul mercato internazionale che capovolgono questo paradigma”. L’auspicio unanime delle istituzioni è arrivare alla definizione di un distretto della conservazione del patrimonio culturale e archivistico che veda al centro Ferrara.
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