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Con l’avvicinarsi delle festività, ha fatto alzare più di un sopracciglio la comparsa, in alcune edicole del territorio, dei calendari dedicati a Mussolini
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“Io credo nella giustizia e voglio giustizia”. A parlare è Simonetta Cavalieri, sorella di Stefano Cavalieri e figlia di Mirella Graziosi, morti nel rogo del camper nel parcheggio della Decathlon lo scorso 6 febbraio. Lo chiede ancora con maggior forza dopo che la procura ha chiesto l’archiviazione del caso ritenendo l’ipotesi più probabile quella del suicidio\omicidio.
Cavalieri è invece convinta che le indagini debbano andare più a fondo scavando nella vita del fratello, soprattutto nel suo passato sentimentale. Insieme al legale Alessandro Sulsenti ha fatto opposizione alla richiesta di archiviazione che verrà discussa davanti al gip.

A favore della loro tesi, l’induzione al suicidio, vengono portati nuovi indizi, in base ai quali la donna e il suo legale chiedono di ascoltare nuovi testimoni e acquisire nuovi tabulati telefonici.
Già l’8 marzo, a un mese dall’esplosione del camper dove si trovavano Stefano Cavalieri e Mirella Graziosi, l’avvocato aveva fatto, su mandato della parente, un primo esposto mentre la prima denuncia\querela nei confronti di una ex di Cavalieri porta la data del 15 maggio.
Proprio a marzo, pochi giorni dopo il primo esposto, era apparso, nel parcheggio della Decathlon dove avvenne il rogo, un cartello con scritto: “Vogliamo la verità sul tragico evento accaduto il 6 febbraio 2024 in questo luogo”. Un cartello apposto proprio da Simonetta Cavalieri.
Ora spetterà al giudice per le indagini preliminari pronunciarsi sull’archiviazione o meno. Udienza fissata al 21 gennaio.
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