Economia e Lavoro
3 Gennaio 2025
Intervento del direttore generale della Teatro Comunale dopo le motivazioni dello scorso 31 dicembre della giudice del lavoro

Caso Morelli. Bergamasco: “Il giudice si è espresso nettamente a favore del Teatro”

di Redazione | 4 min

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Il Giudice del Lavoro del Tribunale di Ferrara, dopo l’udienza del 20 dicembre scorso per il  ricorso per condotta antisindacale promosso da SLC-CGIL di Ferrara contro la Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, ha notificato in data di ieri (31 dicembre) il proprio decreto motivato.

Il Giudice si è espresso nettamente a favore delle decisioni prese nei mesi scorsi dalla  Fondazione Teatro in merito alla mancata assunzione della lavoratrice stagionale Morena  Morelli, ritenendole, nella sostanza, condotte conformi – quindi non antisindacali – oltre che non ritorsive nei suoi confronti in quanto sindacalista CGIL.

Il Giudice ha dato ragione al Sindacato solo in minima parte, dichiarando la natura  antisindacale solamente della mancata informazione alla CGIL, in merito alle variazioni del  piano occupazionale della Fondazione Teatro, nel periodo compreso tra maggio e giugno 2024.

Questa condotta, attribuibile alla precedente direzione, si colloca in maggio e giugno 2024, e lo  stesso Giudice la definisce testualmente così: “non sembra che la condotta sia stata sorretta dalla  volontà di sottrarsi od ostacolare il confronto, quanto piuttosto dal particolare periodo attraversato dalla  Fondazione sotto il profilo del cambiamento del suo assetto organizzativo, essendo imminente il rinnovo  dei suoi organi”.

Il Tribunale ha rigettato tutte le altre pretese di CGIL. È essenziale comprendere quali esse  fossero, per capire la reale portata del provvedimento.

CGIL aveva affermato, con argomenti che il Giudice ha espressamente qualificato non  convincenti, che la mancata assunzione della lavoratrice stagionale Morena Morelli fosse essa  stessa una condotta antisindacale, affermando che ciò contrastava con il piano occupazionale e  giungendo a sostenere che la dott.ssa Morelli fosse stata “colpita” in quanto esponente di CGIL.  Soprattutto, chiedeva che il Teatro fosse obbligato ad assumerla anche per la stagione in corso,  sostenendo che ciò fosse il naturale rimedio alla presunta condotta antisindacale denunciata.

In sintesi, il decreto del Tribunale di Ferrara ha statuito quanto segue:

  • si esclude che la dott.ssa Morelli non sia stata assunta per la stagione 2024 – 2025 a causa  del suo ruolo di sindacalista. È stato riconosciuto invece che la Fondazione Teatro, in un  passato recentissimo, ha beneficiato altri esponenti di CGIL stabilizzando il loro  rapporto di lavoro o riconoscendo passaggi di livello. Il Tribunale ha quindi negato la  sussistenza di quel “licenziamento ritorsivo” che la CGIL aveva denunciato a gran voce  anche sulla stampa locale;
  • la mancata assunzione per la stagione 2024 – 2025 è conseguenza di una esigenza di  riorganizzazione e modernizzazione del settore comunicazione, che ha progressivamente svuotato di contenuto le mansioni precedentemente svolte dalla  lavoratrice. D’altro canto, la stessa Morelli ha declinato l’offerta della Fondazione di una  ricollocazione in altro settore (con la prospettiva di un cambiare progressivamente  mansioni, in linea con le esigenze aziendali);
  • il piano occupazionale della Fondazione Teatro non è un atto vincolante come lo è,  invece, un contratto integrativo aziendale. Quindi, la mancata informazione avvenuta  in maggio e giugno 2024 non è stata causa della mancata assunzione della dott.ssa  Morelli per la stagione in corso. Questa affermazione appare fondamentale per la  salvaguardia dell’autonomia gestionale del Teatro;
  • il confronto tra le parti (sindacati e parte datoriale) ha avuto toni adeguati e legittimi. Il  Tribunale riconosce che la nuova direzione del Teatro ha agito in modo da  salvaguardare la dialettica tra azienda ed organizzazioni sindacali, e che non sussistono  condotte antisindacali in corso. Nel caso Morelli vi è stata solo la citata mancanza di  informativa, ritenuta dal Giudice di limitata rilevanza.

In estrema sintesi, pertanto, il Tribunale ha dichiarato una responsabilità della Fondazione  Teatro – in termini che lo stesso decreto definisce “simbolici”, mentre ha respinto le principali  e sostanziali pretese del Sindacato, che pretendeva di affermare un discutibile collegamento tra  la posizione individuale della lavoratrice e la politica occupazionale dell’azienda.

La Fondazione Teatro darà corso, nel più breve tempo possibile, a quanto statuito dal Tribunale  (corresponsione di una somma di denaro, in termini molto modesti rispetto a quanto richiesto  dalla CGIL, pagamento di una parte delle spese, pubblicazione del dispositivo), nel rispetto  dell’Autorità di una decisione giurisdizionale della quale si accolgono con soddisfazione i  contenuti che riconoscono il buon operato della Fondazione, di gran lunga più significativi di  quelli condannatori.

Il direttore generale
Carlo Bergamasco

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