di Nicolò Govoni

Sette anni da giocatore (1988-1996) e quattro da allenatore alla Spal (2011-2013) e una stagione al Perugia nel 1993 hanno fruttato ben tre promozioni e tantissimi ricordi per Giuseppe Brescia. L’ex centrocampista biancazzurro e biancorosso, adesso allenatore, ha ricordato quegli anni di successi tra Ferrara e Perugia, due nobili decadute che domenica si affronteranno al “Mazza” nel primo incontro del 2025.

Spal e Perugia, partite con ben altre aspettative durante l’estate, stanno sicuramente incappando in una stagione non brillante: “Ci sono squadre che alternano alti e bassi, fa parte del percorso. Non sono dentro e non posso dare giudizi in merito alla presenza o meno delle società e della loro organizzazione. Quando si retrocede dalla B in Serie C è sempre dura ripartire e fare lo stesso campionato di livello”.

La Cremonese, dove Brescia dal 2023 ricopre il ruolo di collaboratore tecnico di mister Giovanni Stroppa, è un esempio: “Nella scorsa stagione la squadra è decollata e abbiamo perso solamente in finale playoff: quest’anno invece, praticamente con la stessa squadra, viviamo di alti e bassi, stiamo facendo fatica a ripetere lo stesso tipo di campionato. Non è facile per i giocatori, così come non è semplice per lo staff tecnico entrare nella testa dei ragazzi”.

Il ricordo più bello con la maglia biancazzurra e quella del Grifo? “Vincere un campionato è il massimo di un’esperienza positiva. Spal e Perugia sono due società blasonate che meritano altri palcoscenici, questo è poco ma sicuro”.

“Ho vissuto meno Perugia, dove ho fatto un anno nelle giovanili e poi un altro anno prima di tornare a Ferrara: sono entrambe città e piazze importanti, dove la gente vive di calcio. Conosco invece meglio l’ambiente Spal”, prosegue Brescia, “dove sono stato sette anni da giocatore e quattro da allenatore. L’ho vissuta di più”.

Brescia è un vero e proprio esperto di promozioni: il doppio salto dalla C2 alla B con la Spal tra il 1991 e il 1992, e la vittoria della C1 con il Perugia nel 1993-1994. Cosa serve per vincere la C? “Ci sono delle componenti che arrivano da sole, ma senza dubbio servono programmazione e organizzazione, oltre a saper scegliere i giocatori giusti. La linea tra fare molto bene e fare male è davvero sottile, basta poco. Entusiasmo e unione di intenti possono trascinare una squadra meno forte: soprattutto in queste categorie non è sempre il più forte a vincere”.

Un pronostico per domenica? “Mi astengo”, ride. “Il mio augurio è che, a prescindere dalla partita, Spal e Perugia possano ancora raggiungere un obiettivo importante, come i playoff: per poi magari giocarsela più avanti”.