La nomina da parte del Governo del nuovo commissario per l’alluvione è attesa per oggi dopo il nuovo incarico come vicedirettore dell’intelligence affidato al generale Francesco Paolo Figliuolo. Il neo presidente della Regione Emila Romagna, pur accettando come scelta legittima la possibilità per Roma di nominare una figura terza chiede almeno di essere sentito e che la persona scelta sia esperta nel campo.
Non per forza un politico ma neanche un militare, una persona esperta in dissesto idrogeologico e idraulica e una struttura operativa nel territorio. È questa la mediazione che de Pascale propone durante la conferenza di fine anno.
“È legittimo – dice – che la presidente Meloni non voglia affidare il ruolo del commissario al presidente di Regione ma il decreto di questo stesso Governo prevede che per la nomina del commissario le Regioni siano sentite. E ad oggi nessuno mi ha chiamato. Ci aspettiamo di essere sentiti”.
“In attesa di conoscere le valutazioni del Governo – aggiunge durante il sopralluogo sull’Appenino Bolognese – rispetto alla struttura commissariale, ribadiamo il nostro impegno: la Regione vuole adottare un cambio di passo molto deciso nella gestione del territorio, vogliamo fare meglio, ma chiediamo che anche il Governo accetti che si possa fare meglio di quanto realizzato finora. Vogliamo mettere in sicurezza l’Emilia-Romagna e serve che ciascuno faccia la propria parte”.
Inoltre, aveva specificato in conferenza, “non capiamo la logica di insistere su un militare. La scelta di Figliuolo era legata alla persona, più che al suo ruolo. Qui invece sta passando il messaggio che davanti alle emergenze, ci si affida alle competenze della Difesa. Non ne capisco la ratio. Qual è la correlazione tra le missioni internazionali e il dissesto idrogeologico?”.
Per de Pascale “se la scelta deve essere quella di una figura tecnica, allora si attinga almeno alle competenze in questo campo. Almeno sarebbe un passo avanti. Lo disse la candidata del centrodestra, Elena Ugolini, in campagna elettorale. Faccio mia la sua proposta”. Oltre alla figura del commissario serve anche “una struttura sul territorio”. Per il presidente gestire da Roma l’emergenza “senza essere dedicati esclusivamente a questo è stato un errore”.
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