Politica
17 Dicembre 2024
Due anni e dieci mesi per induzione indebita: così ha deciso il gup del tribunale di Ferrara per l'ex vicesindaco, oggi assessore. Farà i conti anche con la legge Severino

Caso Cidas, Nicola “Naomo” Lodi condannato

di Davide Soattin | 3 min

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Due anni e dieci mesi di condanna per l’ex vicesindaco, oggi assessore, Nicola Lodi, per il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità. È quanto ha deciso – con rito abbreviato – il gup Andrea Migliorelli del tribunale di Ferrara durante la mattinata di martedì 17 dicembre.

A ciò si aggiunge anche l’interdizione ai pubblici uffici per l’intera durata della pena (ovvero due anni e dieci mesi), oltre al divieto per un anno di contrattare con la Pubblica Amministrazione.

Lodi dovrò anche fare i conti la Legge Severino, che prevede la sospensione automatica dalla carica attualmente ricoperta da Lodi (assessore con deleghe al Decoro Urbano, Edilizia, Frazioni, Manutenzione Strade, Mobilità, Palio, Patrimonio, Rigenerazione Urbana, Sicurezza, Urbanistica) per 18 mesi e diventerà effettiva quando il provvedimento verrà notificato dal prefetto, senza bisogno di attendere la sentenza di terzo grado.

La decisione è arrivata poco dopo le 9 mentre fuori dall’aula ad attendere l’esito erano presenti l’ex consigliere comunale Stefano Solaroli, il consigliere comunale Massimiliano Guerzoni della Lega e l’ex consigliere comunale Fabio Felisatti, oggi assessore a Copparo.

Secondo l’accusa, l’ex vicesindaco, abusando della sua qualità o dei suoi poteri di pubblico ufficiale, avrebbe infatti indotto Daniele Bertarelli, presidente di Cidas, a promettergli indebitamente una utilità. E l’utilità, sempre secondo l’impianto accusatorio, sarebbe consistita nel colpire attraverso un provvedimento disciplinare il dipendente della cooperativa Daniel Servelli che lo aveva criticato su Facebook (una frase che gli costò un processo per diffamazione aggravata conclusasi con una multa).

I fatti sono noti. Lodi nella famosa lettera choc del 3 maggio 2020, resa pubblica da Estense.com e seguita da un esposto dell’allora consigliera Anna Ferraresi tramite l’avvocato Fabio Anselmo, aveva chiesto a Bertarelli di rimuovere il dipendente dall’incarico che stava svolgendo presso l’ospedale di Cona. Fatto “necessario per mantenere sereni rapporti collaborativi con la vostra cooperativa e che vogliamo non vengano meno per colpa di una persona di questo genere”. La collaborazione al tempo prevedeva diversi contratti e appalti per oltre 1 milione e 600mila euro.

Bertarelli non eseguì esattamente quanto richiesto da Lodi, ma procedette comunque alla sanzione disciplinare del richiamo verbale (avvenuto il 27 maggio 2020) e successivamente in un ulteriore avvertimento orale, nel corso di una discussione (registrata da Servelli) il 18 agosto successivo.

Pochi giorni prima Lodi aveva sollecitato nuovamente il presidente: il 14 agosto, in seguito ad altri post critici di Servelli, scrisse a Bertarelli di “valutare seriamente misure di limitazione di queste azioni”, pena il venir meno del rapporto di fiducia tra ente pubblico e società. Il destinatario della missiva rispose, via mail, promettendo l’adozione di nuove misure, che non si sono realizzate. Qui intervenne anche il parere tecnico discorde del responsabile risorse umane di Cidas.

Le motivazioni della sentenza sono attese entro 90 giorni.

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