Il Centro Sociale La Resistenza di Ferrara lancia un appello urgente per il riconoscimento e la protezione degli spazi di aggregazione sociale, minacciati da una politica comunale che ne minerebbe la sostenibilità e la funzione sociale. Nel suo ultimo comunicato, il centro denuncia un attacco sistematico al mondo del volontariato e dell’associazionismo ferrarese, sottolineando come la chiusura del Centro di Promozione Sociale rappresenti solo una delle tante fasi di un piano ben più ampio volto a limitare gli spazi di partecipazione critica alla vita cittadina.
“Le realtà che si preoccupano di una sana socialità sono scomode per chi vuole governare una città senza la partecipazione dei cittadini e delle cittadine”, si legge nel comunicato, evidenziando come, negli ultimi anni, l’Amministrazione comunale abbia mostrato una continua indifferenza verso le esigenze di chi opera nel terzo settore. L’accusa si fa ancor più incisiva quando si parla della gestione del Piano Urbanistico Generale, dove le osservazioni delle associazioni non sono state neppure prese in considerazione.
Il cuore del problema, però, risiede nella chiusura del Centro di Promozione Sociale La Resistenza, simbolo di una città in cui molteplici attività sociali si svolgevano in modo partecipato e inclusivo. Secondo quanto dichiarato dagli attivisti, “l’Amministrazione ha imposto di non usare la nostra sede fino a che non siano fatti lavori di messa a norma”, bloccando di fatto ogni iniziativa che si stava svolgendo. In risposta a questo, centinaia di cittadini hanno offerto il proprio supporto economico per far partire i lavori, ma si sono trovati di fronte a un muro di burocrazia e ostruzionismo, che ha impedito l’avvio di qualsiasi intervento.
Il sindaco Alan Fabbri, nel difendere la sua posizione – riferiscono gli attivisti – ha dichiarato che “siamo liberi” di trovare un altro spazio, sottintendendo che, se si hanno i soldi, si può fare ciò che si vuole. Ma per gli attivisti della Resistenza, questa concezione del “libero mercato” è incompatibile con una visione di società inclusiva, dove le attività non si fermano a causa della mancanza di fondi. “Essere liberi significa che anche chi ci circonda lo è”, spiegano dal Centro Sociale, sottolineando come le attività della Resistenza siano sempre state aperte a tutti, indipendentemente dalla condizione economica.
Per contrastare questa situazione, La Resistenza ha organizzato un presidio che si terrà venerdì prossimo, 15 dicembre, alle ore 16.30 in via della Resistenza 34 a Ferrara. “Non ci fermeremo finché non cominceranno i lavori, finché lo spazio non sarà riaperto”, dichiarano gli attivisti, ribadendo l’importanza di mantenere aperti spazi liberi da logiche commerciali e di profitto, a favore di una città più partecipativa e solidale.
L’invito è rivolto a tutte le associazioni, i gruppi e i cittadini che hanno a cuore una Ferrara più inclusiva e più vicina alle esigenze di chi vive il territorio, al di fuori delle logiche del mercato e del profitto.
All’appello a oggi hanno aderito le seguenti organizzazioni: Arci Ferrara, Beat Boat Crew, Biblioteca Popolare Giardino, Cittadini del Mondo, Collettivo Out+, Collettivo 25 Settembre, Comunità Emmaus Ferrara, Ferrara Forum Partecipata, Ferrara per la Palestina, Famiglie Arcobaleno, Laboratorio SessFem, Link Studenti Indipendenti Ferrara, Mediterranea Saving Humans Ferrara, CgilFerrara, Alleanza Verdi Sinistra, Possibile, La Comune di Ferrara, Movimento 5 stelle, Rifondazione Comunista
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