Eventi e cultura
12 Dicembre 2024
Venerdì 13 dicembre l’inaugurazione della mostra in via Garibaldi degli artisti T.A. Carlotta e Lorenzo Romani

“Veritas filia temporis” nella galleria di 7mq

di Redazione | 2 min

Venerdì 13 dicembre alle ore 18.30 l’inaugurazione della mostra alla galleria 7mq in via Garibaldi “Veritas filia temporis”. Il direttore artistico e curatore è Giorgio Cattani che ha collaborato con Francesca Boari.

In questa esposizione, i due artisti, T.A. Carlotta e Lorenzo Romani ci offrono uno spazio di riflessione sulla Verità: non come certezza assoluta, ma come percorso frammentato, un invito a interrogarci sul nostro tempo e sul nostro essere nel mondo.

Se la Verità fosse figlia del tempo, noi, abitanti dell’epoca contemporanea, eredi di tutte le stagioni passate, dovremmo essere immersi nella sua essenza. Eppure, questo non accade. Al contrario, ci troviamo avvolti in un intrico di ambiguità, impulsi discordanti e caos. La nostra esistenza frammentata rende la Verità un miraggio inafferrabile, un inganno ottico che osserviamo attraverso un filtro caleidoscopico, un gioco di riflessi che ci confonde e ci sfida.

Da questa tensione nasce un dialogo artistico in cui  T.A. Carlotta e Lorenzo Romani si confrontano con la relazione tra tempo e rappresentazione, cercando di rivelarne la forma sacra attraverso l’evocazione di simboli e archetipi.

Lorenzo Romani entra in un linguaggio che aspira all’assoluto, concentrandosi principalmente sull’identificazione di un codice espressivo, elaborando simboli eterni ed elementi arcaici tratti dalla classicità. Il suo processo creativo, quasi alchemico, distilla e purifica questi frammenti fino all’essenza, lasciando emergere un’impronta: il segno di un passaggio, una traccia che richiama il fossile, testimonianza muta del tempo che trascorre. Ciò che rimane non è l’oggetto originario, ma l’ombra del suo transito, un residuo che sfida il caso e il significato.

T.A. Carlotta, invece, esplora il linguaggio dei materiali con un approccio sinestetico, dove il visivo e il tattile si intrecciano senza gerarchie né pregiudizi. Nelle sue opere emerge la figura dell’angelo, simbolo archetipico e potente, che scruta la figura femminile con uno sguardo privo di giudizio. Lei, la donna, porta tra i capelli tessuti che si fanno credo, permeando ogni cosa con una forza capace di elevarsi al di sopra del preconcetto, verso un livello di coscienza superiore. L’angelo, vestito del peso di un tempo greve e privo di rispetto, esiste come testimone di questo nostro presente svuotato ma non ancora morto, dove la Verità deve essere reclamata come un diritto.

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