Bondeno
12 Dicembre 2024
In occasione dell'approssimarsi delle festività, al museo Civico Archeologico "Ferraresi" ospita una mostra dedicata a questo poliedrico personaggio

Bruno Vidoni e i falsi reportages fotografici

museo stellata
di Redazione | 2 min

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Bondeno. In occasione dell’approssimarsi delle festività, al museo Civico Archeologico “Ferraresi”, ritorna la fotografia con la mostra “I falsi reportages fotografici” di Bruno Visoni.

La mostra promossa dall’associazione Bondeno Cultura, Casa Vidoni, Gruppo Archeologico di Bondeno e Comune di Bondeno racconta l’idea rivoluzionaria avuta all’inizio degli anni 70 da questo poliedrico personaggio: creare intere serie di fotografie di presunti scenari di guerra completamente falsi, come provocazione ed in opposizione all’allora proliferare di reportages bellici senza più reale valore documentario e finalizzati solo alla spettacolarizzazione e al lucro dei grandi gruppi editoriali.

Scenari di Vidoni erano le campagne del centese, soggetti, i propri amici e seguaci, mascherati come personaggi di un’altra parte del mondo.

Bruno Vidoni è nato a Cento nel 1930 ed è citato in numerose pubblicazioni per i falsi reportages fotografici su temi di guerra realizzati negli anni 70, che lo hanno fatto entrare di diritto nella storia della fotografia italiana.

Artista eclettico, è riconosciuto dalla critica d’arte per le attività di fotografo, pittore, incisore, scrittore, storico. Ha ricoperto un ruolo importante nella realizzazione dell’archivio della fotografia storica del Centro Etnografico Ferrarese.

La sua formazione artistica ha avuto inizio presso l’Istituto d’Arte Dosso Dossi di Ferrara, poi è passato all’Istituto d’Arte di Modena, dove si è diplomato.

La prima fase artistica di Vidoni è pittorica, iniziata negli anni 50 e proposta in gallerie di Firenze, Milano, Ferrara, Padova e Cento, dove ha aperto, assieme alla moglie Marina Ferriani, una galleria d’arte denominata “Graphis”.

Alla fotografia si è avvicinato negli anni 60 dopo uno spaventoso incidente paracadutistico che lo ha costretto immobile in un letto di ospedale per diversi mesi. Così ha iniziato a fotografare l’unica cosa che vedeva, un lampadario sul soffitto inquadrato secondo le variazioni di luce che si avevano in una giornata.

Bruno Vidoni è stato colpito da un male incurabile che lo ha portato alla morte nel 2001. Da allora, la moglie Marina è impegnata nella valorizzazione del materiale prodotto dal prolifico marito e ha trasformato la propria abitazione di Cento, in via Gennari 35, in un archivio-museo denominato “Casa Vidoni”, dove è possibile visionare le sperimentazioni provocatorie, ironiche e avanguardistiche realizzate dall’artista.

La mostra resterà aperta e visitabile fino a domenica 2 marzo.

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