Politica
11 Dicembre 2024
L'ex consigliera leghista ed ex braccio destro di Lodi va verso il dibattimento per l'accusa di minacce

Lettere minatorie, Arquà chiede il patteggiamento per la simulazione di reato

di Redazione | 2 min

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Rossella Arquà ha chiesto di patteggiare parte delle accuse che la procura di Ferrara le muove contro. La vicenda è quella relativa alle lettere anonime che la consigliera della Lega inviò tra l’aprile e il giugno del 2021 a sè stessa e a Nicola Naomo Lodi.

Arquà ha sempre ammesso di aver spedito soltanto quelle rinvenute nella buchetta della sede della Lega e non quelle (contenenti anche un proiettile) arrivate in Municipio. Per queste ultime la procura ha già archiviato.

Le indagini condotte dalla pm Isabella Cavallari portano a contestare all’ex fedelissima di Lodi dodici episodi, tutti contenenti varie minacce scritte: “Lodi preparati che farai una brutta fine”, “Naomo guardati alle spalle perché noi ci siamo”, “Lodi sappiamo che hai paura occhio pure alla tua beniamina [sic] che apre”, “Caro Lodi e tu che apri la sede e ti vedo Arqua adesso il gioco diventa pesante occhio”, “Via con la Digos ma non ci saranno sempre a salvarvi presto arriveranno troppo tardi per voi 2”, “Lodi Arquà sappiamo la paura che avete sta arrivando la vostra fine un colpo e basta”, “Lodi sappiamo dove abiti Arquà adesso sappiamo dove abiti tu o soli o in compagnia addio per voi è finita”. A queste si aggiunge un bossolo lasciato sempre nella buchetta delle lettere della sede della Lega.

La difesa di Arquà ha sempre sostenuto che Lodi fosse a conoscenza del fatto che fosse lei a spedire quelle missive. Fatto negato dal vicesindaco, parte offesa nel procedimento.

Davanti al giudice dell’udienza predibattimentale, gli avvocati della difesa, Fabio Anselmo e Bernardo Gentile, hanno fatto istanza di patteggiamento per quanto riguarda l’accusa di simulazione di reato. Non per quella di minacce, per la quale eventualmente andrà a giudizio.

Il giudice ha rinviato le parti al 23 dicembre.

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