Rossella Arquà ha chiesto di patteggiare parte delle accuse che la procura di Ferrara le muove contro. La vicenda è quella relativa alle lettere anonime che la consigliera della Lega inviò tra l’aprile e il giugno del 2021 a sè stessa e a Nicola Naomo Lodi.
Arquà ha sempre ammesso di aver spedito soltanto quelle rinvenute nella buchetta della sede della Lega e non quelle (contenenti anche un proiettile) arrivate in Municipio. Per queste ultime la procura ha già archiviato.
Le indagini condotte dalla pm Isabella Cavallari portano a contestare all’ex fedelissima di Lodi dodici episodi, tutti contenenti varie minacce scritte: “Lodi preparati che farai una brutta fine”, “Naomo guardati alle spalle perché noi ci siamo”, “Lodi sappiamo che hai paura occhio pure alla tua beniamina [sic] che apre”, “Caro Lodi e tu che apri la sede e ti vedo Arqua adesso il gioco diventa pesante occhio”, “Via con la Digos ma non ci saranno sempre a salvarvi presto arriveranno troppo tardi per voi 2”, “Lodi Arquà sappiamo la paura che avete sta arrivando la vostra fine un colpo e basta”, “Lodi sappiamo dove abiti Arquà adesso sappiamo dove abiti tu o soli o in compagnia addio per voi è finita”. A queste si aggiunge un bossolo lasciato sempre nella buchetta delle lettere della sede della Lega.
La difesa di Arquà ha sempre sostenuto che Lodi fosse a conoscenza del fatto che fosse lei a spedire quelle missive. Fatto negato dal vicesindaco, parte offesa nel procedimento.
Davanti al giudice dell’udienza predibattimentale, gli avvocati della difesa, Fabio Anselmo e Bernardo Gentile, hanno fatto istanza di patteggiamento per quanto riguarda l’accusa di simulazione di reato. Non per quella di minacce, per la quale eventualmente andrà a giudizio.
Il giudice ha rinviato le parti al 23 dicembre.
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