A partire dal suo insediamento risalente al giugno 2019, il Sindaco Alan Fabbri ha garantito a Vittorio Sgarbi carta bianca nella gestione delle attività espositive della città. Non solo, lo ha nominato Presidente della Fondazione Ferrara Arte e gli ha consentito di nominare, al netto di qualsiasi legittima procedura concorsuale, un Direttore di sua fiducia.
Da quel giorno si sono succedute mostre quali Rinascimento a Ferrara. Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa, Arrigo Minerbi: il «vero ideale» tra liberty e classicismo, Guido Harari. Incontri. 50 anni di fotografie e racconti, Agostino Arrivabene. Thesaurus, Achille Funi. Un maestro del Novecento tra storia e mito, per giungere alla famigerata mostra sul Cinquecento a Ferrara.
Per non parlare delle rassegne che si sono avvicendate nelle sale del Castello Estense Maurizio Bottoni. Eterna pittura, Antonio Maria Nardi. I colori della vita, Nino Migliori. Una ricerca senza fine (a cura di Denis Curti, un illustre sconosciuto noto però a Sgarbi), Linus. Tutti i numeri dal 1965 al 2023 (a cura di Elisabetta Sgarbi), Carlo Guarienti. La realtà del sogno, Il sogno di Ferrara, dedicata al pittore di Rho ferrarese, De Pisis. Il silenzio delle cose (a cura di Vasilij Gusella, altro illustre sconosciuto che nel 2022 pubblica con Sgarbi anche un libro su Piero Guccione sponsorizzato da Ferrara Arte), Da Schifanoia: re-incantare il mondo della pittrice rom-polacca Malgorzata Mirga-Tas, e Boldini. Dal disegno al dipinto. Attorno alla Contessa De Leusse. Tutte sono nate grazie a «un’idea» di Vittorio Sgarbi. Tale programma è stato suffragato dall’accordo suggellato nel 2020 tra l’Amministrazione Comunale e la Fondazione Cavallini Sgarbi, presieduta naturalmente dalla sorella Elisabetta, volto a dare lustro alle opere di proprietà della famiglia.
Par di tornare all’epoca in cui un noto Direttore sostenuto da D’Alema imperversava organizzando mostre e assumendo personale suggeritogli da qualche storica/o dell’arte di fiducia. Se non altro, quegli eventi espositivi richiamavano ingenti numeri di visitatori.
Oggi, a dispetto della frenesia di viaggiare degli italiani, le mostre esercitano un richiamo assai flebile anche presso gli stessi ferraresi. Ma ciò che risulta più grave sono il dispendio di soldi pubblici e il triste monopolio degli eventi e delle professioni museali attuato da un critico sul viale del tramonto e avvallato dai vertici della giunta comunale.
È ora di cambiare.
Raffaella Picello