Un sogno si è finalmente realizzato, portando un tocco di storia e arte al cuore della Capitale. Il celebre collezionista bolognese di maglie storiche dei calciatori, Nicolò Asaro, che nel recente passato ha rinverdito i fasti delle vecchie glorie calcistiche con pregevoli mostre tra Bologna e Ferrara, è riuscito a realizzare un desiderio che accarezzava da tempo consegnando una statua al leggendario portiere Dino Zoff. L’opera, realizzata dal talentuoso scultore Adelfo Galli di Renazzo, cattura uno dei momenti più iconici della carriera di Zoff: la straordinaria parata durante il match contro il Brasile ai Mondiali di Spagna ’82.

Da sinistra Adelfo Galli e Nicolò Asaro
La statua ritrae Zoff nel momento in cui, sul punteggio di 3-2 per gli Azzurri, neutralizza il tentativo di Oscar di testa, salvando l’Italia da un possibile pareggio. Quella parata, ferma sulla linea, non fu solo una prodezza tecnica, ma il simbolo di una squadra che si spingeva verso la gloria, permettendole di proseguire la propria avventura che sarebbe terminata con la vittoria finale contro la Germania Ovest . Quell’istante immortalato nell’arte è un tributo a un atleta che ha segnato un’epoca del calcio mondiale.
La “missione” di consegna della statua è partita da Bologna per raggiungere Roma grazie ad un importante sponsor: Ms Management Service di Parma che opera nel settore edile e che ha dimostrato grande sensibilità e passione per lo sport, rendendo possibile un evento unico nel suo genere.
Zoff è stato intercettato nel prestigioso Circolo Canottieri Aniene, dove si è prestato con grande disponibilità a domande e racconti, intervistato dalla giornalista Patrizia Panico del Mattino di Napoli. Durante l’incontro, il campione ha condiviso aneddoti della sua straordinaria carriera, rivelando dettagli curiosi e inaspettati. Tra questi, un episodio legato alla sua esperienza con l’Udinese durante un match contro la Juventus. “Io avevo due maglie nere – ha raccontato durante l’intervista, Dino Zoff – e anche i bianconeri usavano lo stesso colore. Io chiesi in prestito una maglia a loro, per la precisione a Vavassori. Giocai quindi la partita con la maglia avversaria e vincemmo per 3 a 2”. Un’ironia del destino che anticipava il suo ingresso nelle fila della Vecchia Signora (dopo essere passato al Mantova e successivamente al Napoli), dove avrebbe giocato per anni indimenticabili.
Per Nicolò Asaro, visibilmente emozionato, questo incontro rappresenta il coronamento di un lungo percorso. La consegna della statua non è stata solo un gesto simbolico, ma un modo per omaggiare un mito vivente e ascoltare direttamente dalla sua voce storie che hanno fatto sognare generazioni di tifosi.
L’opera di Adelfo Galli, densa di significato e dettagli, non è semplicemente il dono ad un grande calciatore, ma a un’icona dello sport e del sacrificio. Dino Zoff, con il suo stile sobrio e la sua straordinaria dedizione, continua a ispirare appassionati e sportivi di ogni età.
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