Cronaca
8 Dicembre 2024
Depositata la consulenza degli ingegneri incaricati dalla Procura per svolgere ulteriori indagini. I partecipanti alle fasi successive all'uccisione di Dario e Riccardo Benazzi sarebbero stati due o tre

Duplice omicidio di Rero. “Chi ha spostato i corpi non era da solo”

Sopralluogo Carabinieri a Rero
di Davide Soattin | 3 min

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Almeno due persone, se non tre, ma non di più. Sarebbe stato questo il numero necessario di individui per compiere le fasi finali successive al duplice omicidio di Dario e Riccardo Benazzi, i due cugini che – oltre tre anni fa, il 28 febbraio 2021 – furono trovati senza vita a bordo di una Volkswagen Golf a Rero, dopo essere stati prima fucilati e poi bruciati.

A sostenerlo sono gli ingegneri Fabio Boscolo e Marco Cremone, esperti incaricati dal pm Ciro Alberto Savino per svolgere una nuova consulenza tecnica, a seguito del respingimento da parte del gip della richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Ferrara per Filippo e Manuel Mazzoni, padre e figlio, unici due indagati nell’inchiesta.

A loro, nello specifico, gli inquirenti hanno chiesto quante persone e quanto tempo sarebbero serviti per poter sollevare i corpi delle due vittime, pesanti circa 100 chili ciascuno, caricarli sui sedili posteriori dell’automobile insieme al materiale combustibile e, infine, spostare il veicolo dal luogo dell’omicidio a quello in cui sono stati rinvenuti i due corpi bruciati.

Per i due ingegneri è stato possibile arrivare a questa conclusione attraverso, non solo il lavoro di analisi della documentazione in atti del procedimento penale relativi alla scena dell’evento, alla posizione dei cadaveri e degli altri materiali presenti nel veicolo, ma anche con l’utilizzo di un simulatore informatico e l’esecuzione di test.

Accertamenti sul campo e non, quindi, che hanno portato gli ingegneri a sostenere con certezza che l’azione di una sola persona non sia stata sufficiente per realizzare il tutto.

Più verosimile, invece, che siano stati almeno due i soggetti ad agire, se non tre.

Nel primo caso sarebbe stato necessario comunque un notevole sforzo e affaticamento da parte dei partecipanti, mentre nel secondo tutto sarebbe stato molto più agevole, riducendo anche di un terzo i tempi di azione.

La presenza di un quarto individuo, invece, verrebbe esclusa per mancanza di spazi dentro alla Volkswagen.

Quanto al tempo necessario per compiere l’azione, i consulenti parlano di tempistiche non inferiori ai 14 minuti se ad agire fossero state tre persone e non minori di 16 minuti se fossero state due.

Contattato da Estense.com, il legale difensore dei Mazzoni, l’avvocato Stefano Marangoni ha commentato: “In sede di indagini suppletive mancano ancora altre due consulenze. Una è sul dna di una terza persona che va comparato con quello che era presente sulla pulsantiera della vettura dei Mazzoni, l’altra riguarda il lantanio presente sul pullover di Manuel Mazzoni che, già in sede di incidente probatorio, è stato chiarito essere una forma di lantanio non compatibile a quella della polvere da sparo. Attendiamo ulteriori sviluppi ma ciò che emerge da questa consulenza va a confermare una versione dei fatti che non è stata indagata e, qualora ce ne fosse ancora bisogno, il fatto che sia molto più probabile che ad agire siano state tre persone, ribadisce l’estraneità dei miei clienti“.

 

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