Attualità
30 Dicembre 2024
L'Ong con sede a Ferrara lo fa attraverso il progetto "We Care", finanziato dall'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo

Ibo in Tanzania per supportare scuole e costruire pozzi

di Redazione | 3 min

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Ibo Italia, organizzazione non governativa con sede a Ferrara, sta realizzando in Tanzania importanti infrastrutture a sostegno dei progetti educativi locali. Attraverso il progetto “We Care”, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, opera nelle scuole del distretto di Iringa, cittadina situata nella savana in mezzo ai più rinomati parchi naturali dove si praticano i safari fotografici.

L’organizzazione ferrarese – che da sempre si impegna nell’organizzare scambi giovanili e formare volontari attraverso il servizio civile nazionale ed europeo, impegnati nei tanti progetti che segue  nel Sud del mondo – nella città tanzaniana di Iringa ospita attualmente quattro ragazze, tra cui Silvia Parisotto di Porotto, occupate nell’importante attività di coordinamento e di formazione al personale scolastico locale, per rendere inclusivi anche ai bambini con disabilità i programmi  educativi forniti dalla Stato della Tanzania, creando momenti di aggregazione e di sport e  coinvolgendo la popolazione locale.  

Un difficile e paziente lavoro di tessitura, portato avanti in silenzio e con tenacia dal personale di Ibo Italia, capitanato in loco dalla referente Paola Ghezzi, e da Ferrara dalla progettista Federica  Gruppioni, che in queste settimane è stata in visita alle strutture di Iringa. 

Negli ultimi giorni in particolare è stato inaugurato un pozzo per l’acqua nel plesso scolastico di Kipera, dove studiano 700 bambini. L’iniziativa, sponsorizzata dall’associazione Harambee, consentirà di poter servire i servizi igienici e la cucina, migliorando la vivibilità della struttura. In altri  villaggi della stessa regione sono già state realizzate pedane che consentono l’accesso scolastico  ai bambini con disabilità e servizi igienici.  

Per l’evento è presente sul posto, oltre al personale di IBO Italia, anche il musicista e giornalista Guido Foddis, che sta raccontando sui social media la bella esperienza. Oltre alle fotografie di  viaggio nella sconfinata savana africana, spiccano le immagini che raccontano una popolazione  non adeguata agli standard di vita occidentali, ma piena di ottimismo e di energie da valorizzare.  

“A Ferrara c’è chi il Piano Mattei per l’Africa lo sta attuando da diversi anni! – racconta Foddis –  Qui ci sono le scuole, ma a volte mancano i bagni; a volte ci sono i bagni, ma manca l’acqua. Ecco perché in questi giorni abbiamo festeggiato, fra le altre cose, l’apertura del nuovo pozzo.” 

Guido Foddis ha ideato il Festival del Ciclista Lento, che porta in città ogni anno a fine ottobre: ci  sono le biciclette in Tanzania? “Di biciclette ce ne sono poche – risponde – anche perché fanno più  o meno la stessa fine che possono fare le biciclette nelle città italiane, cioè molto spesso le stirano  sotto le macchine, e quindi è un mezzo di trasporto solo per spericolati, o per chi non ha auto o  finanze. Qui il mezzo che va per la maggiore è il bajaji, una specie di ape-car usato per il trasporto  delle persone che può raggiungere la velocità di picco di 25 km/h, ma che si infila in mezzo ai  camion, spregiudicatissimo nel traffico infernale che contraddistingue anche la Tanzania nelle città  ad alta densità di popolazione”. 

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