Cronaca
4 Dicembre 2024
A marzo il tribunale deciderà sulla contestazione del reato di interferenze illecite nella vita privata

Caso di via Scalambra. Il giudice si riserva per la nuova accusa per Lodi e Ferretti

di Redazione | 2 min

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Semplice diffamazione aggravata o anche interferenze illecite nella vita privata? Il giudice scioglierà a marzo la riserva sulla modifica del capo di imputazione chiesta dal pm Andrea Maggioni per l’assessore Nicola Lodi e Alessandro Ferretti, amministratore della pagina Facebook di sponda leghista Ribellum.

I due sono a processo dopo la denuncia di un 21enne ferrarese per un video che lo riprende durante una delle “operazioni anti-degradodell’ex vicesindaco, quando era segretario comunale della Lega, nei palazzoni disabitati di via Scalambra.

Era il 13 ottobre del 2018. Naomo Lodi era già in campagna elettorale e con un gruppo di simpatizzanti cui si aggiungono fotografo e cronista di un giornale locale, si era recato negli immobili in via Scalambra, oggetto di segnalazione da parte dei residenti per il degrado attorno agli scheletri delle costruzioni, divenuti alloggi di fortuna per senzatetto.

All’interno di una delle palazzine in stato di abbandono trovarono due giovani. Stavano fumando cocaina. Uno di loro era un ragazzo ferrarese di 21 anni. Aveva abbandonato la casa dei genitori e da 45 giorni viveva lì. Naomo gli aveva assicura che non lo stava riprendendo né registrando e inizio a fargli delle domande. A lui e al suo amico consigliava di rivolgersi a Viale k o al Sert per farsi aiutare.

Ma quell’intervista, con relative foto (“pubblicate senza alcun accorgimento – lamentò il diretto interessato – volto a rendere il viso irriconoscibile e contro la mia volontà”) finirono in pochi giorni sul quotidiano in questione e il venne pubblicato su Facebook nella pagina “Ribellum”.

Il giovane aveva quindi querelato Naomo, giornalisti e amministratori della pagina. Nella denuncia il ragazzo dirà che “visto l’atteggiamento arrogante e l’elevato numero di persone sconosciute, provava un forte timore” e che “venivo bersagliato da insistenti domande, rivolte con atteggiamento aggressivo e molesto“.

Per competenza territoriale l’indagine finì in due tronconi: uno a Bologna e uno a Ferrara.

La Procura di Ferrara chiese l’archiviazione per Lodi e l’altro indagato, Alessandro Ferretti, uno degli amministratori della pagina. Ma la parte offesa, assistita dall’avvocato Bernardo Gentile, fece opposizione e – per entrambi – il gip ordinò l’imputazione coatta per il reato di diffamazione aggravata.

Nel corso della penultima udienza la procura ha chiesto la modifica del capo di imputazione, aggiungendo un’altra contestazione.

Si torna in aula il 18 marzo.

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