Sono tornati in aula ieri (venerdì 29 novembre) gli imputati per il presunto giro di mazzette alla motorizzazione scoperte da un’operazione (Ghost Inspections) della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato coordinata dalla Procura di Ferrara. Davanti al gup Danilo Russo, dopo le repliche del sostituto procuratore Andrea Maggioni, sono state decise le pene per i patteggiamenti. Le relative le sentenze verranno pronunciate, così come per i tre riti abbreviati, il 10 gennaio, giorno in cui ci saranno anche gli eventuali rinvii a giudizio.
I tre presunti “burattinai” del giro sarebbero Cesare Franchi, ingegnere della Motorizzazione Civile, il collega Edoardo Caselli e Alessandro Barca, titolare della ‘All Service Srl’ che avrebbe fatto da intermediario tra le società di autotrasporto e i due funzionari dell’ente di via Canapa. Questi, difesi rispettivamente dagli avvocati Alberto Bova, Ciriaco Minichiello e Alessandro Valenti, sono quelli che hanno scelto il rito abbreviato.
Per il primo erano stati chiesti dalla Procura a 8 anni mentre 5 per il secondo a 5 anni e a 4 anni e 6 mesi per il terzo. Franchi e Caselli, stando a quanto sostenuto dall’impianto accusatorio avrebbero preso mazzette per false revisioni a mezzi pensanti mentre tutto sarebbe nato da un controllo della Polizia Stradale in provincia di Ravenna e dallo strano caso ci un camionista che, dopo la pausa notturna, si etra ritrovato il mezzo “magicamente” revisionato il mattino seguente.
Le indagini avevano poi portato ad indagare oltre 200 persone, un domino nato dalle testimonianze di 35 indagati che per approfittare del beneficio dello sconto di pena per chi collabora alle indagini avevano preferito parlare. Alcune delle persone indagate erano state scagionate dopo le opportune indagini in quanto semplici prestanome o erano completamente all’oscuro dei fatti.
Le difese dei tre che hanno chiesto il rito abbreviato hanno chiesto invece l’assoluzione per i loro assistiti parlando di “regalie di poco conto”. “Il mio assistito – aveva detto l’avvocato Ciriaco Minichiello lo scorso 25 ottobre – è stato trattato come un volgare delinquente. Dopo trentanove onorevolissimi anni di servizio, senza sanzioni disciplinari e trasferimenti, si è visto arrestare a Frosinone. Prima si è fatto quindici giorni di carcere, da cui è uscito fisicamente provato, poi tre mesi di arresti domiciliari con delle gravissime imputazioni iniziali”.
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